La rana che sente con la bocca

La rana Gardiner (Sooglossus gardineri) è lunga appena 11 millimetri, vive alle Seychelles e manca di alcune parti importanti dell’orecchio, come il timpano e l’orecchio medio. Eppure riesce lo stesso a sentire. Come? Grazie alla bocca. A spiegarlo è un team di ricercatori che ha analizzato, attraverso imaging a raggi X e simulazioni, l’anatomia di questi piccoli animali, scoprendo che i segnali sonori sono trasmessi all’orecchio interno attraverso i tessuti della bocca. Lo studio, guidato da Renaud Boistel del Cnrs e della Université de Poitiers (Francia), è stato pubblicato su Pnas

Il modo in cui una buona parte degli animali percepisce i suoni, pur con le dovute differenze, comprende generalmente un timpano e un orecchio medio, con un sistema di ossicini per trasmettere le vibrazioni a un orecchio interno. Qui, cellule specializzate convertono le onde sonore in segnali elettrochimici da inviare al cervello. Alcuni animali, tra cui la maggior parte delle rane, non hanno però l’orecchio esterno come gli esseri umani, ma hanno il timpano direttamente posizionato sulla superficie della pelle. La rana Gardiner, però, non ha un orecchio medio con timpano. Ma allora questi animali possono davvero sentire i suoni e usarli per comunicare?  E, dal momento che il 99,9% delle onde sonore è riflesso dalla superficie dell’animale, come possono farlo? 

Per scoprirlo, i ricercatori hanno posizionato nel loro ambiente naturale degli altoparlanti, e hanno diffuso suoni registrati di richiami per le rane maschio. Gli scienziati hanno osservato che questi animali davano segno di percepire i suoni, dal momento che i maschi si avvicinavano agli altoparlanti, rispondendo al richiamo. Di fatto quindi riuscivano a sentire, ma usavano una via alternativa al timpano attraverso i polmoni, i muscoli o ancora una trasmissione attraverso le ossa? 

Studiando le analisi a raggi X all’European Synchrotron Esrf di Grenoble per ricostruire l’anatomia interna di questi piccoli animali, gli scienziati sono riusciti a stabilire che il suono si propaga attraverso la testa, in particolar modo attraverso la bocca. Questa agisce, attraverso i propri ossicini, come un amplificatore per i suoni emessi dagli animali, e li trasmette all’orecchio interno, racconta National Geographic. Un sistema, concludono i ricercatori, ottimizzato da una riduzione nel numero e nello spessore degli strati di tessuto tra bocca e orecchio interno. “La combinazione di cavità boccale e conduzione ossea permette alle rane di Gardiner di percepire i suoni in modo efficace senza l’utilizzo di un orecchio medio con timpano”ha aggiunto Boistel. 

Via: Wired.it

Credits immagine: R. Boistel/CNRS

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