Colori sgargianti, forme geometriche, falsi occhi: sulle ali delle farfalle la natura sembra essersi sbizzarrita in disegni spettacolari. Secondo Marco Giraldo dell’Università di Groninga (Paesi Bassi) però, il segreto della bellezza delle farfalle si coglie meglio con un microscopio elettronico.
Osservando nel dettaglio le ali di alcune specie di cavolaia bianca (farfalle appartenente alla famiglia delle Pieridae), il fisico ha cercato di capire come il colore venga influenzato dalla struttura nanometrica.
Le ali delle farfalle sono ricoperte da un gran numero di scaglie pigmentate, ciascuna di circa 50 per 250 micron, che si compongono in un’immagine macroscopica, proprio come avviene con i pixel delle fotografie digitali. Sebbene la struttura delle scaglie cambia da specie a specie, Giraldo ha osservato un certo numero di caratteristiche generali comuni: ognuna presenta una serie di lunghe creste parallele, distanti fra loro uno o due micron, e il colore e l’effetto cangiante dipendono dalla dispersione della luce che incide sulle nanostrutture e dall’assorbimento proprio di ciascun pigmento. Ogni ala inoltre è rivestita da un doppio strato di scaglie: ciò consente di riflettere la luce con più intensità e l’effetto sarebbe ancora maggiore se ci fossero ulteriori strati, ma la struttura risulterebbe troppo pesante.
Al microscopio elettronico si spiega anche perché i maschi di cavolaia originari del Giappone sono più abili di quelli europei nel riconoscere le partner. Le farfalle femmine nipponiche infatti mancano di un pigmento che assorbe i raggi ultravioletti, presente invece nei maschi. Una “nano-differenza” di genere che non esiste invece tra le farfalle europee. (s.s.)
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