Oltre quattro milioni di inglesi schedati senza una giusta causa. È questo il motivo di un’inchiesta del governo inglese sull’uso del database che raccoglie i dati sul Dna delle persone accusate di un qualche crimine. Anche Alec Jeffreys, l’inventore del metodo che consente di risalire a un individuo dall’analisi del suo materiale biologico (compresi i test di parentela) e che ha rivoluzionato la scienza forense, sembra essere scettico sull’uso che se ne sta facendo.
Il registro, creato nel 1995, raccoglie i dati sul Dna di circa quattro milioni di britanici. Spesso si tratta di persone che sono state indiziate e coinvolte solo preliminarmente in qualche reato, e poi scagionate. Secondo Alec Jeffreys, che ha messo a punto il metodo per l’analisi del Dna nel 1984, il database rimane un potente mezzo per combattere la criminalità. Tuttavia, “centinaia di migliaia di persone innocenti sono registrate. Questo non era lo scopo iniziale della creazione del registro”.
Intanto Justice Sedley, un giudice della corte d’appello inglese, oltre a esprimere le sue perplessità riguardo al modello di organizzazione del database che può portare a errori giudiziari, ha richiamato l’attenzione sull’importanza di un registro nazionale del Dna indipendente da quello per uso forense. Secondo Sedley, infatti, sarebbe importante ricevere le informazioni sul Dna di tutti i cittadini e di coloro che entrano in Gran Bretagna, per identificare le vittime dei disastri o per rintracciare i bambini scomparsi. (s.m.)
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