Categorie: Spazio

La Via Lattea come non l’avete mai vista

Un patchwork d’eccezione. È questo il risultato del lavoro del telescopio spaziale Spitzer, lanciato dalla Nasa nel 2003, che, dopo aver scrutato gli asteroidi nel Sistema Solare e le galassie più remote al confine dell’Universo osservabile, ha trascorso 4.142 ore (cioè più o meno 172 giorni) analizzando all’infrarosso la Via Lattea. Oggi gli astronomi della University of Wisconsin-Madison hanno finalmente ricomposto le migliaia di immagini scattate da Spitzer in un’unica enorme fotografia da 20 gigapixel, che permette di ammirare il panorama della nostra galassia a 360 gradi con una precisione e un grado di dettaglio senza precedenti.

L’aggettivo “enorme” non è un’iperbole. “Se avessimo stampato l’immagine”, commenta Robert Hurt, specialista di imaging allo Spitzer Space Center della Nasa a Pasadena, California, “avremmo avuto bisogno di un cartellone grande quanto uno stadio. Al contrario, abbiamo creato un visualizzatore digitale che può essere usato gratuitamente da chiunque, amatori e professionisti”. L’immagine, ricostruita nell’ambito del progetto Galactic Legacy Mid-Plane Survey Extraordinaire (Glimpse) è online sul sito di Spitzer.

La nostra galassia è un disco piatto a forma di spirale. Guardando verso il suo centro si vede una regione densissima di stelle e polvere: è quest’ultima a impedire ai telescopi a luce visibile di analizzare in profondità la Via Lattea, bloccando la luce stellare. La luce infrarossa, invece, attraversa la polvere e permette al telescopio Spitzer di esaminare in dettaglio le stelle della galassia: “Il nostro strumento ci sta aiutando a determinare dove si trova il confine della Via Lattea”, dice Ed Churchwell, coordinatore dell’équipe di Glimpse alla University of Wisconsin-Madison. “In particolare, stiamo mappando la posizione della spirale e tracciando la forma della galassia”.

Credits immagine: NASA/JPL-Caltech/University of Wisconsin-Madison

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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