Categorie: Spazio

La vita di coppia delle stelle di tipo 0

Belle e dannate, destinate a una vita inquieta e, spesso, a una morte violenta, le stelle più brillanti del firmamento hanno sempre qualcuno che va loro dietro. Nell’Universo, a quanto pare, accade un po’ come nel mondo dello spettacolo. Questa settimana Hugues Sana dell’Università di Amsterdam, riporta il gossip su Science: gli astri più caldi, massicci e luminosi del cielo – le cosiddette stelle di tipo O – non sono dei solitari, ma formano spesso dei sistemi binari. Molto più di quanto immaginino gli scienziati. È uno scoop per gli astronomi, perché vuol dire che ci sono parecchi calcoli da rifare e modelli dell’evoluzione del cosmo da rivedere. 

La classificazione delle stelle si fa per colore: da quelle blu-bianche (le più calde e con grande massa) a quelle rosse (più fredde e di massa piccola). Quelle di tipo O sono in cima: hanno una temperatura superficiale di circa 30mila gradi centigradi, una massa che supera di 15 volte quella del nostro Sole e sono anche un milione di volte più luminose. Sono delle vere e proprie prime donne, con ruoli da protagoniste nell’evoluzione delle galassie. 

L’energia che spigionano può sia innescare sia arrestare la formazione di altre stelle, le loro emissioni influenzano quelle delle nebulose e le loro esplosioni (supernovae) arricchiscono le galassie degli elementi pesanti. Inoltre, le stelle di tipo O sono associate ai gamma ray burst, eventi tra i più energetici dell’Universo. 

Sana e i suoi colleghi dello Space Telescope Science Institute, negli Usa, ne hanno osservati attentamente 71 di questi corpi celesti (che loro stessi definiscono dei Behemoth dell’Universo). Li hanno scrutati grazie ai telescopi dello European Southern Observatory (Eso) e, in particolare, grazie al Very Large Telescope, puntando le lenti verso sei cluster stellari della Via Lattea. E hanno così scoperto che ben il 75 per cento di queste stelle fa parte di un sistema binario e che molte interagiscono in modo molto violento con la loro compagna. Si comportano come stelle vampire, che succhiano la linfa vitale della sfortunata vicina, emettendo fasci di raggi gamma ad altissima energia. Oppure si fondono con essa (nel 20-30 per cento dei casi), dando luogo a fenomeni davvero brutali. 

Perché è tanto importante sapere se sono sole o accompagnate? Il motivo è che la vita di coppia cambia il destino di questi corpi celesti e sballa i calcoli degli scienziati. Nelle stelle vampire, per esempio, la più piccola ringiovanisce man mano che aspira idrogeno dalla più grande, e può vivere molto di più di una stella solitaria di eguale massa. La compagna, ovviamente, ha una speranza di vita assai più breve: invece di evolvere in una supergigante rossa, scopre il suo piccolo nucleo blu. 

Ed eccoci al punto critico: a un telescopio posto a molti anni luce di distanza, queste stelle appariranno come una sola, e molto più giovane di quanto il sistema non sia in realtà. Purtroppo, l’informazione che deriva dalla radiazione è la sola di cui gli astronomi dispongono per i loro calcoli. Questo è il motivo per cui è tanto importante identificare questi sistemi binari e conoscere la loro proporzione all’interno delle popolazioni stellari. Finora gli scienziati pensavano che le coppie di stelle molto massive – pulsar e buchi neri, per esempio – non fossero molto frequenti, ma evidentemente si sbagliavano. 

via wired.it 

Credit immagine a ESO/L. Calçada/S.E. de Mink

Tiziana Moriconi

Giornalista, a Galileo dal 2007. È laureata in Scienze Naturali (paleobiologia) e ha un master in Comunicazione della Scienza conseguito alla Scuola Superiore di Studi Avanzati di Trieste. Collabora con D la Repubblica online, Salute SenoLe Scienze, Science Magazine (Ed. Pearson), Wired.it.

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