L’abito che sente il pericolo

    Tute hi-tech con antenne, batterie e sensori wireless integrati nei tessuti per monitorare costantemente le condizioni fisiche di soccorritori e vigili del fuoco, e segnalare eventuali pericoli nell’ambiente. Ma anche per migliorare il coordinamento e l’efficienza degli interventi di emergenza. Le uniformi intelligenti sono state sviluppate da 23 partner europei (tra aziende ed enti di ricerca) nel corso del progetto ProeTex (Protection e-Textiles), durato quattro anni e coordinato da Annalisa Bonfiglio dell’Istituto di Nanoscienze del Cnr. Lo studio si è concluso ufficialmente oggi con la presentazione dei prototipi delle tute a Pula (Cagliari).

    I ricercatori hanno combinato insieme elettronica e nanotecnologie per sviluppare uniformi ignifughe lavabili e riutilizzabili, elettrodi per controllare il battito cardiaco, sensori in grado di rivelare lo stato d’idratazione e la temperatura dell’operatore, dispositivi capaci di segnalare la presenza di sostanze tossiche nell’ambiente. Questi sono solo alcuni dei parametri registrati dalle uniformi “sensibili”, coordinate da stivali per la rivelazione di anidride carbonica. Nelle parte esterna delle tute vi è anche un sistema di allarme (emettitori di segnali sonori e visivi), mentre un dispositivo gps – sempre integrato –  permette di seguire tutte le posizioni dei soccorritori durante le fasi dell’intervento. Per controllare le informazioni in tempo reale e segnalare eventuali situazioni di rischio, le antenne incorporate nei tessuti trasmettono, wireless, tutti i dati a un computer remoto. “Il passo successivo sarà valutare cosa è davvero essenziale per gli operatori di soccorso nelle diverse situazioni di emergenza, e trasformare il prototipo in un prodotto”, ha spiegato Bonfiglio: “I sistemi tessili intelligenti sviluppati in questo progetto potranno, in futuro, trovare impiego anche nei cantieri, nel settore della sanità o in quello degli sport estremi”.

    Riferimenti: ProeTex

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