Ladee, così muore una sonda spaziale

Cosa succede alle sonde spaziali quando la loro missione giunge al termine? Alcune di esse, tra cui la sonda Ladee della Nasa vanno a finire sulla Luna. E’ previsto infatti per oggi l’arrivo del segnale che porterà, alla fine, il veicolo a schiantarsi sulla superficie del nostro satellite.

Lanciata nel settembre del 2013 (vedi Galileo: Ladee, la nuova missione per la Luna), gli obiettivi della missione erano molto specifici: testare un sistema di comunicazioni a banda larga tra la Terra e il satellite, analizzare la sottile atmosfera della Luna e investigare le cause di un bagliore inusuale osservato prima dell’alba.

Grazie ai dati trasmessi dalla sonda, gli scienziati hanno potuto appurare che l’atmosfera lunare è principalmente composta da una nuvola di polvere continuamente rimpinzata dagli impatti di micro meteoriti. “Ce lo aspettavamo, ma è la prima volta che lo abbiamo potuto misurare,” ha spiegato Mihaly Horanyi, membro del Ladee team, che ha anche spiegato come la distribuzione delle dimensioni di queste micro particelle potrebbe essere di grande aiuto per la pianificazione di future missioni su un asteroide o su Marte.

Esauriti i suoi compiti all’inizio di Marzo, Ladee presto esaurirà il carburante necessario a tenerla in orbita, e, dato che è impossibile farla rientrare sulla Terra, essa concluderà la sua vita in una zona remota della Luna, lontana da siti importanti come le zone di atterraggio delle missioni Apollo.

Il segnale che spegnerà definitivamente gli strumenti scientifici a bordo e imposterà la rotta di collisione raggiungerà il veicolo oggi 11 Aprile, ma a causa del campo gravitazionale irregolare della Luna, non è ancora possibile prevedere quando avverrà lo scontro (gli scienziati ipotizzano comunque che avverrà prima del 21 Aprile), né il luogo preciso dell’impatto.

La Nasa ha organizzato una competizione, la Ladee ‘Take the Plunge’ Challenge, in cui i partecipanti possono cercare di indovinare il punto preciso dove la sonda terminerà la sua missione.

Credits immagine: Nasa

Riferimenti: Nasa

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