Un moderato consumo di alcool ha effetti positivi non solo sul cuore ma anche sul cervello. E’ quanto è emerso da uno studio condotto dall’epidemiologa Francine Grodstein della Harvard School of Public Health di Boston, pubblicato su The New England Journal of Medicine. Lo studio ha coinvolto più di 12 mila donne di età compresa tra 70 e 81 anni, alle quali è stato chiesto di rispondere via telefonica a una serie di test cognitivi, per esempio elencare in un minuto il maggior numero di animali possibile oppure recitare al contrario lunghe serie di numeri. Gli stessi test, ripetuti a distanza di due anni, hanno evidenziato che nel gruppo di donne che avevano assunto un bicchiere al giorno di vino o di birra il rischio di peggioramento delle capacità cognitive diminuiva del 23 per cento rispetto al gruppo di non-bevitrici. Grodstein sostiene che gli ormai dimostrati effetti positivi del consumo di alcool sul sistema cardiovascolare possano essere estesi anche al cervello, supponendo che un miglior flusso sanguigno possa aiutare a preservare le capacità cognitive e a prevenire gli ictus cerebrali. La stessa ricercatrice è però contraria a indurre i non-bevitori a modificare le loro abitudini al fine di incrementare le abilità mentali. Su questo concordano altri esperti della comunità scientifica, come Denis Evans, geriatra al Rush University Medical Center di Chicago, il quale afferma: “L’alcool deve essere visto come un’arma a doppio taglio. È ben nota infatti la facilità con cui si è portati a eccedere”. (a.m.)