I prioni, le particelle di origine proteica responsabili di encefalopatie come il morbo di Creutzfeldt-Jakob, potrebbero avere anche un ruolo benefico: quello di favorire l’evoluzione degli organismi rendendo possibile una serie di mutazioni genetiche. L’ipotesi è stata presentata in uno studio pubblicato su Nature e condotto dai ricercatori dell’Università di Chicago sul lievito comune. In questi organismi unicellulari, spiegano gli studiosi, i prioni favorirebbero l’accumulo di un gran numero di mutazioni che rimangono silenziose. In seguito a particolari processi, però, le mutazioni vengono attivate in massa dando vita a una vasta gamma di nuove caratteristiche, inclusa – nel caso dei lieviti – la capacità di sopravvivere in condizioni avverse. Per esempio, di resistere agli antibiotici e di alimentarsi in un ambiente non consueto. Almeno per i lieviti, concludono i ricercatori, queste proteine hanno una funzione positiva: permettono di adattarsi rapidamente a tutte le nuove condizioni ambientali sfruttando al massimo la variabilità del proprio genoma. (c.g)
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