L’altra metà del Web

Sempre più donne investono tempo, soldi e lavoro in Internet. Sono in genere laureate, intorno ai quarant’anni, sposate, senza figli, iscritte ad associazioni, ma non fanno politica. Questo è profilo che emerge da numerose ricerche effettuate negli ultimi due anni. Al centro dell’interesse crescente per la rete c’è il desiderio di sperimentare un canale di comunicazione privilegiato per esprimere la propria identità di genere. E vista l’esplosione di siti gestiti da donne e destinati a donne, è probabile che il fenomeno sia destinato ad aumentare

Ancora una volta bisogna guardare al panorama statunitense per avere una visione in prospettiva. Secondo alcune ricerche, pubblicate dal sito della rivista Infoperla e dell’Associazione telematica Medea (http://www.provincia.venezia.it/medea/news2.htm), le donne collegate a Internet negli Usa sarebbero il 38 per cento dei cybernauti. E nel 2005 il 60 per cento delle donne americane utilizzerà Internet. Una crescita assicurata perché, spiegano i ricercatori, le donne utilizzano sempre più spesso la rete per ogni genere di necessità, anche per abbreviare i tempi. Secondo un altro recentissimo studio, concluso nel maggio 1998 da un centro di ricerca universitario sempre statunitense, il calo della disparità numerica fra uomini e donne collegati a Internet già è cominciato: se nel 1996 le americane in rete erano il 27 per cento, nei primi mesi del 1998 sarebbero salite addirittura al 46 per cento. Ciò significa che di questo passo entro il 2005 gli utenti saranno rappresentati equamente da entrambi i sessi.

In Europa, come era prevedibile, questa tendenza è meno forte: la quota media di donne che accendono il modem è intorno al 22 per cento. Ma con delle differenze sostanziali da paese a paese: in Irlanda le cybernaute ammonterebbero al 31 per cento, con una crescita comunque percentuale di ben 6 punti rispetto al 1997. Una recente ricerca condotta in Germania ha stimato che dei 5,8 milioni di tedeschi che si connettono alla rete solo il 30 per cento sono donne tra i 20 e i 49 anni. In Gran Bretagna quasi un milione di abitazioni è connesso a Internet: anche qui è in aumento la percentuale di donne affezionate alla rete, 2 ogni 5 utenti.

E in Italia? Secondo una recente ricerca realizzata dalle “Donne in Rete” (http://www.pegacity.it/donna/case/1743/Donnmain.htm) la presenza femminile nazionale su Internet si attesterebbe attorno al 14 per cento. Ma chi sono, e cosa fanno queste poche elette? Il periodico Infoperla ha realizzato nel 1996 una ricerca sulle italiane che “lavorano, si divertono, e si esprimono in rete”. Ebbene, le donne che si collegano ad Internet dal nostro paese hanno in media 40 anni, lavorano principalmente nel campo dell’informazione, ma anche in quello universitario come docenti o bibliotecarie. E navigano in media non più di un’ora al giorno. Cercano contatti e informazioni utili al proprio lavoro, qualche volta per il loro tempo libero. Frequentano però raramente forum e liste di discussione. Sono inoltre convinte che gli uomini comunicano in modo diverso, e che Internet aiuterà a divulgare l’informazione al femminile.

Numeri a parte, i sociologi della comunicazione assicurano che l’universo femminile ha comunque ormai sposato la causa telematica. Per rendersene conto, basta collegarsi con alcuni siti che contengono motori di ricerca dedicate solo alle donne. Per mezzo di una parola chiave si può arrivare alle più importanti home page di tutto il mondo femminile: tra i tanti segnaliamo “Femina” (http://www.femina.com/) e “Women” (http://www.women.com/). Oltre ad offrire preziosi consigli ed indirizzi sulle ultime tecnologie al femminile, danno anche la possibilità di navigare all’interno di una lista di argomenti preselezionati. Non solo, questi siti hanno anche una sezione per principianti, dedicata a chi si accosta per la prima volta alla rete, che consente di imparare le elementari procedure di comunicazione interattiva. Ecco allora i “Consigli per la navigazione”, le spiegazioni per spedire “la posta in tempo reale” o per partecipare attivamente a “gruppi di discussione”.

Anche i siti made in Italy confermano questa tendenza alla eterogeneità dei contenuti e all’ampliamento degli orizzonti. Si va delle “Donne in Internet, come e perché” (http://www.provincia.venezia.it/medea), un sito creato dall’associazione telematica veneziana Medea per aprire uno spazio di riflessione sugli sforzi compiuti delle femministe nell’era digitale, a “Server donne” (http://orlando.women.it/), uno spazio in rete per mettere “in evidenza” i siti delle donne. Molto interessante è il sito delle “Donne in rete” (http://www.pegacity.it/donna/case/1743/Donnmain.htm), con tanto di mailing list rivolta alle donne interessate ai mezzi digitali, e quello di “Spazio Donna” (http://www.citinv.it/poli/donne/donne.html), che fa capo all’ormai famosa Città Invisibile.

Altre pagine web sono invece dedicate a chi vuole approfondire le proprie conoscenze sulla bibliografia digitale relativa alla storia delle donne. Molto utile, in questo senso, è “Gopher donna” (http://www.idg.fi.cnr.it/wwwdonna/donna.htm),che, tra l’altro, fornisce informazioni sulla storia, gli archivi, le pubblicazioni e i servizi dedicati agli Women’s Studies. Per quanto riguarda i testi cartacei si può invece visitare “Marea” (http://www.marea.it/4_97/biblio.html), che contiene anche approfondimenti tematici del già citato “Server donne” (http://orlando.women.it/libreriafirenze/tele.htm).

Da qualche tempo la rete offre anche una versione telematica del “Telefono Rosa” (http://www.show.it/tel_rosa/), il noto centro di orientamento per i diritti delle donne, sostenuto da sole volontarie. Emblematico lo slogan con cui si accoglie il lettore digitale: “La violenza, che colpisce la donna nella sua specificità di genere, fa parte del suo quotidiano. Ecco che qualche volta la si vede, sovente la si vive, la si subisce”.

Riguardo alle versioni on-line di pubblicazioni già esistenti sulla carta, vale la pena di citare “Il paese delle donne on line” (http://www.womenews.net/), che offre articoli e notizie che spaziano dalla politica alla scuola, dalla bioetica sino alla cultura e alla scienza.

E’ interessante notare che oltre ad allestire news group e mailing list, i siti digitali femminili diventano anche un ponte di collegamento per la gestione e l’organizzazione di convegni e appuntamenti dal vivo. Tra i più riusciti negli ultimi tempi ricordiamo l’incontro “Più visibilità su Internet” (http://www.venis.it/medea/barcell.htm), organizzato a dicembre a Barcellona dall’associazione de Dones Periodistes de Catalunya “con l’obiettivo di mettere in comune le esperienze maturate in Europa su Internet dai gruppi di donne e giornaliste per far crescere i contenuti di genere in rete”; oppure il “Workshop nazionale sullo sviluppo della presenza delle donne italiane in Internet”, tenutosi a Mirano (Venezia) il 30 maggio scorso.

Ma è proprio vero che le donne amano Internet? La Future Fondation, centro di ricerca statunitense, ha stimato che negli ambienti di lavoro, a collegarsi è meno di una donna ogni tre uomini. E difficilmente in futuro si riuscirà a colmare questo divario. Qualcuno ha provato a dare una spiegazione. L’anno scorso Susan Herring, della University of Texas, ha fatto circolare in rete un documento sulle “Differenze di genere nella comunicazione on line”, partendo dalla convinzione che “uomini e donne hanno diversi modi di usare Internet, a dispetto dell’acclamata neutralità di genere nelle comunicazioni via computer”.

Ebbene, secondo la Herring, la ricerca ha messo in evidenza che “donne e uomini costituiscono comunità diverse anche nel cyberspazio, con diverse norme e pratiche di comunicazione”. In questo caso il genere femminile sarebbe poco attratto dalla rete, non tanto per le difficoltà di accesso, ma semplicemente per disinteresse verso quanto Internet può offrire. Mentre gli uomini, secondo questa teoria, spenderebbero più tempo e soldi in navigazioni telematiche solo perché più motivati dagli aspetti ludici offerti della rete.

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