Lampi direzione Terra

GBR 080319B, il lampo di raggi gamma osservato il 19 marzo 2008, era già entrato negli annali dell’astrofisica: si era potuto osservare a occhio nudo. Ora uno studio pubblicato da Nature dimostra che la straordinaria brillantezza osservata è stata causata da un getto di materiale stellare sparato in direzione della Terra a una velocità praticamente uguale a quella della luce. Per di più, la stella morente era distante dal nostro pianeta ben 7,5 miliardi di anni luce.

Il team di 92 astronomi che ha firmato l’articolo, coordinato da Judith Racusin della Penn State University, ha analizzato l’afterglow, cioè l’emissione di energia residua associata all’esplosione, scoprendo che l’emissione di luce ha raggiunto il suo picco ben un’ora prima che venisse osservata e che si è ripetuta poi 11 giorni dopo.

L’evento era stato rilevato dall’osservatorio orbitante Swift, realizzato presso il Goddard Space Flight Center della Nasa in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana, lanciato nel novembre del 2004 proprio per poter studiare i lampi di raggi gamma (gamma ray burst – Grb). In realtà, i lampi di raggi gamma sono fenomeni frequenti, ne avviene circa uno al giorno, e si ritiene che siano generati dall’accrescimento di materia su un buco nero. Sono molti i fenomeni che possono generare questo sistema: per esempio, il collasso di una stella, che avviene quando la pressione del suo nucleo non è più in grado di contrastare la gravità degli strati più esterni, che quindi vengono violentemente espulsi. Ma anche la fusione di due stelle di neutroni o di una stella di neutroni possono esserne la causa.

La produzione di energia nel nucleo stellare e la sua liberazione all’esterno tramite radiazioni gamma è il motivo per il quale le stelle appaiono così brillanti. Durante l’attraversamento degli strati più esterni la radiazione gamma perde gradualmente energia trasformandosi in altre forme meno energetiche di radiazioni, tra cui la luce visibile. (f.s.)

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