Latte materno contro l’Hiv

L’allattamento esclusivo al seno può ridurre significativamente il rischio di trasmissione dell’infezione da Hiv da madre a figlio. La ricerca che lo dimostra, pubblicata su The Lancet, ha messo a confronto l’alimentazione a base di solo latte materno con quella mista con surrogati  liquidi e solidi dall’età di sei settimane fino a sei mesi. I risultati mettono in discussione le linee guida internazionali in materia: l’Organizzazione mondiale della sanità, per esempio, dichiara che, nel caso in cui una madre sieropositiva abbia la possibilità di accedere ad acqua e a sostituti del latte, deve preferire questa opzione all’allattamento al seno.

I ricercatori dell’Università KwaZulu-Natal, grazie al finanziamento della Wellcome Trust inglese, hanno invece scoperto che i neonati allattati al seno corrono un rischio pari al 4 per cento di contrarre l’infezione dalla madre mentre quelli che oltre al latte materno ricevono anche altri composti liquidi corrono un rischio almeno doppio. Rischio che aumenta addirittura di 11 volte se si aggiungono alimenti solidi.

“Sappiamo che con l’allattamento al seno si corre il rischio di trasmettere l’Hiv”, ha dichiarato Hoosen Coovadia del centro di ricerche africano, “ma questo tipo di alimentazioni gioca un ruolo chiave nel diminuire la mortalità, soprattutto quella data da diarrea e polmonite”. Il latte materno, infatti, rafforza la mucosa grastrointestinale, uno scudo naturale contro l’infezione da Hiv. Inoltre la suzione del neonato diminuisce il rischio di mastiti e di ascessi, entrambi associati con un aumento del virus nel latte materno. (l.g.)

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