Le avventure e le scoperte di Charles Darwin

Richard Keynes
Fossili, Fringuelli e Fuegini. Le avventure e le scoperte di Charles Darwin
Bollati Boringhieri, 2006
pp.409, euro 30,00

Darwin a spasso per il mondo su una barca a vela, con lui il capitano Robert Fitzroy, un assistente personale, tanti vasetti di vetro in cui conservare esemplari raccolti e messi sotto alcool, e acute osservazioni geologiche. Stringando al massimo, è questo il contenuto del libro “Fossili, Fringuelli e Fuegini. Le avventure e le scoperte di Charles Darwin”. Solo che: il viaggio durò quasi un lustro; alcune delle terre visitate non erano mai state studiate; gli esemplari raccolti erano spesso sconosciuti; e, per finire, sulle osservazioni naturalistiche del giovane inglese si è basata una rivoluzione del nostro modo di vedere il mondo.Il viaggio di Darwin è di fatto il punto di partenza per un altro viaggio, che porterà alla definizione della teoria dell’evoluzione per selezione naturale. Punto di partenza inconsapevole, comunque, poiché negli anni passati navigando – la gran parte verso l’estremo sud dell’America meridionale – Darwin non si interrogò molto sulla questione che poi lo rese famoso. All’epoca, complici gli incontri decisivi con alcuni maestri delle scienze naturali dell’epoca (John Stevens Henslow e Adam Sedgwick soprattutto), era la geologia l’interesse principale del poco più che ventenne Charles. Così, le memorie del ‘Viaggio di un naturalista intorno al mondo’ (come è noto in Italia il suo diario di bordo), mettono in mostra un giovane curioso e attento che mette alla prova le ipotesi sulla formazione dei diversi strati della crosta terrestre, degli atolli corallini, delle montagne. Soprattutto, è la geologia che gli spalanca (sotto l’influenza di Charles Lyell, i cui ‘Principi di geologia’ erano nella biblioteca di bordo) gli abissi del tempo: sarà in quel tempo virtualmente infinito, uniforme per ciò che riguarda la sua azione, che Darwin potrà immaginare l’evoluzione delle specie.Ciò non toglie che il periodo a bordo del Beagle portò Darwin a compiere osservazioni di ogni tipo. Se la geologia lo appassionava, in mare non poteva pensarci più di tanto: quindi si dedicava alla raccolta di esemplari di animaletti del plancton oceanico. A terra, osservato lo spessore e la composizione degli strati geologici, li passava al setaccio per trovarvi fossili. E in ogni spedizione, non vi era animale che non catturasse la sua attenzione, e non fosse oggetto di tentativi di cattura. Anche di fronte alle popolazioni indigene, la lente del naturalista non veniva meno, anche se spesso erano considerazioni etico-morali, culturali, a guidare l’analisi.La diversità degli interessi di Darwin è riflessa nel titolo di questo libro, che segue passo passo il naturalista negli anni del viaggio. Keynes, pronipote di Darwin, ne ha analizzato in profondità tutti gli scritti e ha cercato di tracciare una mappa interna della sua formazione culturale, mettendo in luce i rimandi tra i diversi ambiti, tra opere pubblicate, taccuini e corrispondenza. Con tutto l’armamentario delle fonti primarie ha praticamente riscritto il diario di Darwin, confrontando le versioni degli episodi riportati anche da altri compagni di viaggio, annotando i punti significativi e i risultati importanti. Risulta quindi una sorta di riassunto in lingua contemporanea di ciò che Darwin aveva già pubblicato, arricchito da informazioni che dettagliano meglio le esperienze – scientifiche ma non solo – che hanno caratterizzato il viaggio. È praticamente assente una prospettiva storica che non sia quella strettamente biografica, e ciò lascia un po’ l’amaro in bocca al lettore: spunti di riflessione ce ne sono molti, ma sembra che l’autore – che comunque di professione storico non è – abbia volutamente evitare divagazioni. È questo l’unico difetto di questo libro che per altri versi è invece interessante, ben scritto e ben illustrato, ed è adatto a un pubblico che trascende il circolo degli specialisti.

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