Le scimmie, come gli esseri umani, riescono a comprendere e prevedere le azioni altrui

Supponiamo ci sia un pallone nascosto sotto il tavolo di una stanza. E due persone, fuori dalla stanza, a conoscenza della posizione del pallone. All’insaputa dell’altro, uno dei due entra nella stanza e porta via con sé la sfera. Poi entra l’altro, sempre ignaro dello spostamento: dove andrà a cercarla? Ovviamente sotto il tavolo (restando con un pugno di mosche in mano): se siamo in grado di prevedere con tanta naturalezza tale comportamento è in virtù della cosiddetta teoria della mente (Tom, acronimo di Theory of Mind), ovvero “la capacità di intuire gli stati mentali propri e altrui, i pensieri, le credenze, i ragionamenti sulla base dell’osservazione del contesto e dell’interferenza di significato”. Se finora la comunità scientifica era convinta, piuttosto unanimemente, che tale capacità fosse propria solo degli esseri umani, è probabilmente arrivato il momento di ricredersi: stando a uno studio condotto da un’équipe di ricercatori del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology e pubblicato su Science, infatti, anche le grandi scimmie (scimpanzè, bonobo e oranghi) riuscirebbero a prevedere correttamente, basandosi sulla sola osservazione, pensieri, desideri e interazioni altrui.

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