Le sigarette elettroniche aiutano a smettere di fumare

Diamo per scontato che sappiate tutti quanto facciano male alla salute le sigarette, e passiamo invece ad un tema più dibattuto: quello delle e-cigarette. Da quando il loro utilizzo si è diffuso a macchia d’olio, se ne è discusso in tutte le salse. Attirano anche i non fumatori al vizio della nicotina? È giusto permettere di svapare anche nei luoghi chiusi? Sono irresistibili per i più giovani? Per molti però la domanda importante è un’altra: aiutano davvero a smettere di fumare? Rispondere non è facile, ma effettivamente sono sempre di più gli studi che confermano la loro efficacia per tagliare, o almeno diminuire, il consumo di sigarette. Come vedremo, però, rimangono ancora dubbi sulla loro sicurezza.

Cosa sono le sigarette
Le sigarette elettroniche nascono come alternativa al consumo di tabacco. Dentro il dispositivo, tipicamente a forma di sigaretta, si nasconde un atomizzatore, ovvero un qualche tipo di resistenza alimentata da una batteria, che vaporizza una soluzione di acqua, glicolepropilenico e glicerolo, che produce un fumo di densità simile a quello delle sigarette, a cui ovviamente di solito viene aggiunta la nicotina. Lo scopo infatti è quello di simulare al meglio l’esperienza che si prova con una sigaretta, diminuendo un po’ alla volta la quantità di nicotina contenuta nelle cartucce utilizzate, fino a che il fumatore non riesce a superare la dipendenza dal tabacco.

Funzionano?
Per iniziare, una precisazione: praticamente tutti gli esperti concordano nel ritenere l’utilizzo ricreativo un vizio da non incoraggiare. Riguardo alla loro efficacia come dispositivo medico, che aiuta a smettere di fumare, le opinioni sono invece più varie. Alcuni studi sembrano indicare che le sigarette elettroniche non sarebbero più efficaci dei cerotti alla nicotina (che sono più sicuri), mentre altri hanno concluso che sarebbero addirittura controproducenti. Le prove però continuano ad accumularsi, e sembrano ormai puntare nella direzione opposta.

Di recente infatti sono stati pubblicati i risultati di uno dei più ampi studi mai realizzati sull’efficacia terapeutica delle e-cig, che tra il 2009 e il 2014 ha coinvolto oltre 6mila fumatori, dimostrando come con l’aiuto delle sigarette elettroniche il rischio di tornare a fumare dopo aver smesso diminuirebbe circa del 60%.

Risultati simili sono arrivati anche da due ricerche svolte nel nostro Paese. Lo scorso novembre lo Ieo ha promosso infatti uno studio per verificare l’efficacia delle sigarette elettroniche, da cui è emerso che risultano efficaci per il 60% di chi le utilizza. Nello stesso solco anche i risultati di una ricerca dellUniversità di Catania, apparsa a gennaio su PLoS One, in cui 52 settimane dopo aver iniziato a utilizzare le sigarette elettroniche, il 10% dei partecipanti (fumatori non intenzionati a smettere) avevano diminuito fortemente il numero di sigarette fumate, e l’8,7 aveva smesso completamente, senza che si presentassero effetti collaterali significativi.

Si cambia solo il tipo di dipendenza?
“Gli studi più recenti in effetti sembrano indicare che potrebbero avere un buon effetto di Harm Reduction per i fumatori di tabacco, ma i dati sono molto controversi”, ci ha spiegato Roberta Pacifici, direttore dell‘Osservatorio alcool, fumo e droga dell’Istituto superiore di sanità. “Ad aprile per esempio sono stati pubblicati i risultati di un ampio studio internazionale svolto su oltre 19mila persone, da cui è emerso che l’81% dei fumatori di tabacco che avevano partecipato è riuscito ad abbandonare completamente le sigarette tradizionali utilizzando quelle elettroniche, e che chi ha continuato a fumare è passato comunque in media da 20 a 4 sigarette al giorno”. Efficaci dunque, ma come spiega Pacifici, il rischio è che i consumatori di tabacco passando alle sigarette elettroniche si trasformino semplicemente in un tipo diverso di consumatori di nicotina. “Gli studi sull’efficacia svincolati dai dati sui consumi sono mozzi”, ha proseguito infatti Pacifici. “Per poter effettivamente promuovere questi dispositivi per combattere la dipendenza dal tabacco, bisogna prima verificare che chi li utilizza riesca poi a smettere anche con le sigarette elettroniche, e servono studi che ne valutino la tossicità a lungo termine. Il buon senso ci dice che fanno meno male delle sigarette, ma questo va dimostrato”.

Sono sicure?
Di questo in effetti si è discusso molto, ma dati definitivi ancora non ce ne sono. Il primo ad accusare le e-cigarette, nel 2012, era stato uno studio presentato durante il congresso della European Respiratory society, che le accusava di diminuire la quantità di ossigeno che arriva ai polmoni, e di rappresentare quindi un rischio per la salute degli svapatori. Un’altra ricerca, pubblicata sulla rivista Indoor Air, ha analizzato invece i possibili rischi derivanti dal vapore passivo, dimostrando che rilasciano nell’ambiente tracce di glicole propilenico, una sostanza presente anche nel fumo delle sigarette tradizionali, che può risultare irritante in quantità elevate.

Altro elemento che ha fatto discutere di recente è la tossicità della nicotina liquida presente nelle ricariche. Un articolo apparso sul New York Times ha messo infatti in evidenza come negli Stati Uniti siano causa di un numero crescente di casi di avvelenamento, in particolare tra i bambini, con un numero di incidenti che nel 2013 è aumentato circa del 300% rispetto all’anno precedente. I liquidi incriminati possono risultare tossici sia a contatto con la pelle che una volta ingeriti, e contengono solventi e aromi di sapore dolce, che risultano particolarmente attraenti al gusto per i più piccoli.

In Italia, a differenza degli Stati Uniti, dovremmo essere un po’ meno a rischio di incidenti. Non è permessa infatti la vendita di nicotinapura, e le quantità contenute nelle ricariche delle sigarette elettroniche sono abbastanza contenute. Di solito parliamo di un massimo di 18 mg per millilitro di nicotina, mentre la dose letale supera i 40/60 mg. L’Anafe (Associazione nazionale produttori fumo elettronico), assicura inoltre che i flaconi in commercio sono a prova di bambino, e riportano tutte le indicazioni per un uso sicuro delle sigarette elettroniche.

La legge italiana
Dal 28 giugno dello scorso anno in Italia è stato deciso di equiparare la tassazione delle e-cigarette a quella delle sigarette normali, aumentando moltissimo il costo dei dispositivi e delle ricariche, portando di fatto molti utilizzatori a smettere, e molti rivenditori alla chiusura. Diverse voci autorevoli però si sono alzate per criticare la scelta del governo. Come Umberto Veronesi, oncologo ed ex Ministro della Salute, che a novembre dell’anno scorso, in occasione della presentazione dello studio dello Ieo, ha dichiarato: “Se tutti coloro che fumano sigarette tradizionali si mettessero a fumare sigarette senza tabacco (le sigarette elettroniche) salveremmo almeno 30mila vite all’anno in Italia, e 500 milioni nel mondo”. È di aprile invece l’appello lanciato dalla Lega Italiana Anti Fumo (Liaf), che ha aperto una petizione online, e scritto una lettera aperta al Ministro Lorenzin per chiederle di promuovere l’utilizzo delle sigarette elettroniche. “I negozi sono vuoti, e i pazienti che arrivano al nostro centro antifumo sono sempre più spaventati dalle false notizie diffuse dai media sulla sicurezza della sigaretta elettronica”, ha commentato a proposito Pasquale Caponnetto responsabile del Centro per la Prevenzione e Cura del Tabagismo Policlinico-Vittorio Emanuele di Catania.

Via Wired.it

Credits immagine: pixelblume/Flickr

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