Le vespe, una società flessibile

E’ nella flessibilità il segreto delle vespe. Così un modello matematico getta luce su un mistero su cui da tempo si interrogano i biologi: come fanno questi insetti a costruire e conservare per alcune generazioni lo stesso nido. Su quale ingranaggio, cioè, si regge la loro intelligenza collettiva, dal momento che le vespe diversamente dalle api non imparano le une dalle altre, né comunicano attraverso scie di feromoni come le formiche. In uno studio pubblicato sul Journal of Theoretical Biology, un gruppo di ricercatori dell’ Università statale del Tennessee a Johnson City sostiene che la comunicazione tra le vespe avviene attraverso lo scambio di liquidi (la trofallassi), un comportamento comune a molti insetti. Questa ipotesi smentisce quanto aveva proposto precedentemente un altro gruppo di biologi dell’Università di Madison nel Wisconsin, convinti che a mantenere in vita la società delle vespe fosse la loro capacità di realizzare una catena per trasmettere le informazioni, in cima alla quale ci sarebbero le vespe operaie che controllano le condizioni del nido e alla fine le vespe foraggiatrici di acqua. Studiando una specie chiamata Metapolybia aztecoide, il gruppo coordinato da Istvan Karsai dell’Università del Tennessee ha dimostrato che, anche interrompendo la catena di compiti delle vespe, la loro efficienza sociale resta in piedi. Dopo aver rimosso da una colonia le vespe che costruiscono il nido e le vespe foraggiatrici, i biologi hanno aggiunto dell’acqua. In poco tempo le vespe rimaste hanno modificato i loro compiti, in base alle priorità necessarie a conservare il nido. Per verificare quest’ipotesi i ricercatori hanno poi realizzato un modello matematico che imitava il comportamento degli insetti. (ma.c.)

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