L’econofisica sbanca la Borsa

    Thomas A. Bass
    Sbancare Wall Street
    Feltrinelli, 2001
    pp.296, £30.000

    C’è molto Far West nella storia della Prediction Company narrata da Thomas A. Bass. Due gringos, Doyne Farmer e Norman Packard, fisici teorici affermati nel campo dei sistemi dinamici, fondano una società finanziaria. Lo scopo è utilizzare la teoria del caos per speculare nelle borse internazionali. Secondo loro, con le conoscenze della meccanica statistica moderna si possono sconfiggere maghi, stregoni e guru della finanza mondiale, che guadagnano in borsa senza sapere bene perché. In questa corsa all’oro, stringeranno e romperanno alleanze con altri pistoleros, personaggi avidi ma brillanti quanto loro, ognuno col suo segreto asso nella manica. Nasce così una nuova disciplina scientifica, la phynance (physics + finance), oggi ribattezzata econofisica (economia + fisica).

    Il libro racconta come Farmer e Packard, ex-libertari convertiti al Nasdaq, conquistano la fiducia degli investitori per reperire i finanziamenti necessari al decollo della Prediction Company. I potenti dell’alta finanza diffidano inizialmente degli scienziati che sostengono di conoscere il segreto delle bolle speculative, dei crack e dei boom. Tuttavia, Farmer e Packard non si arrendono. A Wall Street ritrovano anche qualche compagno di studi, che li consiglia sul da farsi. Negli ultimi anni, infatti, le società finanziarie si sono riempite di fisici, matematici e programmatori, apprezzatissimi per la loro abilità nell’analizzare grandi quantità di dati. Molti laureati americani in discipline scientifiche prendono un master in economia in vista di un impiego come analisti finanziari.

    Dopo molte peripezie, la Prediction Company si lega con un accordo esclusivo all’Ubs, un’importantissima banca svizzera. In cambio di un quarto degli utili, i banchieri ne finanziano le ricerche e gli investimenti. L’esclusività del contratto lascia solo immaginare la reale efficacia dei modelli di Farmer e Packard. Nemmeno Bass ci aiuta granché: è chiaro, la teoria del caos è un argomento ostico da divulgare; l’autore però ricorre a metafore un po’ spaccone e fa facili battute su “attrattori strani” o “code grasse”, senza spiegare di che si tratti. Il lettore non si chiarisce certo le idee. E chissà se, sotto il fumo, l’arrosto c’è davvero.

    Il libro offre una vivace descrizione dei mercati finanziari e della fauna che li anima. Wall Street è il cuore della “società del rischio” annunciata da U. Beck. Il mondo della finanza è popolato da ex-scienziati in cerca di avventura, autodidatti geniali quanto arruffoni, banchieri vestiti da cow boy: gente che non ama annoiarsi e pronta a cambiare lavoro a quarant’anni. C’è addirittura chi trova stressante l’università e, per vivere a un ritmo più sano, decide di mettersi in affari: che distanza, dalle paludate abitudini europee!

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