L’effetto del farmaco si studia sul chip

Meno animali in laboratorio, grazie alle nuove tecnologie. E grazie a un dispositivo realizzato da Paul Vulto, ricercatore dell’Università di Leiden in Olanda e co-fondatore della start-up Mimetas. Questo strumento, un chip sul quale è possibile la crescita di “micro-organi”, permette di studiare l’efficacia e gli effetti collaterali di nuovi farmaci in modo rapido, evitando la sperimentazione animale.

Sul chip possono trovare spazio centinaia di minuscole strutture biomimetiche, i micro-organi appunto, collegate tra loro da piccoli tubicini. Queste strutture riproducono, a dimensioni ridotte, quella degli organi presenti nel corpo umano, mentre i canali funzionano in modo analogo ai vasi sanguigni, permettendo la diffusione omogenea di fluidi contenenti le sostanze da studiare.

Il primo prototipo di chip realizzato dal ricercatore olandese è una piastra di coltura in 3D che permette di testare contemporaneamente 35 composti, determinare le concentrazioni a cui questi sono efficaci e identificare i possibili effetti tossici. Secondo Vulto, questi chip potrebbero essere impiegati dalle industrie farmaceutiche come metodo più economico e rapido per effettuare test tossicologici e citotossici sulle nuove molecole, in alternativa all’uso di animali da laboratorio, su cui questo tipo di esperimenti viene solitamente condotto.

La prossima fase del progetto prevede la realizzazione di piastre di coltura che permettano di testare migliaia di farmaci contemporaneamente. “L’obiettivo a lungo termine”, conclude Vulto, “è  usare questo approccio per la medicina personalizzata, cioè per valutare l’effetto di nuovi farmaci direttamente su cellule provenienti dai pazienti”.

Riferimenti: Università di Leiden

Credit immagine a Università di Leiden/Mimetas

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