L’effetto serra, miliardi di anni fa

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(Credit: Nasa)

Gli scienziati lo chiamano paradosso del Sole giovane debole: come è possibile che la Terra sia rimasta abbastanza calda da ospitare acqua allo stato liquido durante le prime fasi della sua formazione, quando il Sole era molto meno luminoso di adesso? La domanda nasce da alcune evidenze geologiche che mostrano come miliardi di anni fa la maggior parte dell’acqua del pianeta fosse in forma liquida e non congelata, e oggi potrebbe avere una risposta. I ricercatori del Dipartimento di Scienze Geofisiche della University of Chicago, coordinati da Robin Wordsworth, hanno infatti proposto una soluzione al mistero, molto più convincente di tutte quelle avanzate finora. Come raccontano gli scienziati sulle pagine di Science, la risposta sarebbe da cercare nella composizione dell’atmosfera terrestre di allora, ricca di idrogeno e azoto, che avrebbero causato una sorta di effetto serra primordiale.

Le simulazioni dell’équipe di Wordsworth suggeriscono che le collisioni tra idrogeno e azoto potrebbero aver dato energia alle molecole fino al punto di renderle abili di “intrappolare” la radiazione solare e riscaldare il pianeta. Tale meccanismo avrebbe fornito quel tanto di calore in più alla Terra da permettere la stabilizzazione della temperatura superficiale qualche grado sopra lo zero e quindi il mantenimento dell’acqua allo stato liquido. Si tratta di un fenomeno analogo a quello provocato oggi dai gas serra, ma molto più potente.

Secondo gli scienziati, processi di questo tipo potrebbero essere attualmente in corso in altri pianeti al di fuori del Sistema Solare, le cui atmosfere sono probabilmente ancora più ricche di idrogeno e azoto rispetto a quella terrestre.

Riferimenti: Science doi:10.1126/science.1225759

Credits immagine: lrargerich / Flickr

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