Legge 40: più difficile diventare genitori

Per la stragrande maggioranza delle coppie italiane (77,4%), la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita (Pma) ha ridotto le loro possibilità di diventare genitori. Il dato emerge da un’indagine condotta dal Censis per conto della Fondazione Cesare Serono, presentata l’11 febbraio a Roma.

Lo studio è stato condotto su oltre 600 coppie in trattamento presso 20 centri riconosciuti dal Registro italiano Pma. L’80,5 per cento degli intervistati ritiene che l’attuale quadro normativo italiano le sfavorisca rispetto a quelle degli altri paesi europei. Così non stupisce che oltre la metà delle coppie (55,5%) sia disposta a recarsi all’estero, dove è possibile effettuare anche la fecondazione eterologa (con un donatore esterno alla coppia), possibilità non esclusa dal 32,5 per cento degli intervistati. È ovvio, quindi, che ad essere penalizzate dalle leggi vigenti siano soprattutto le persone con minori possibilità economiche.

L’indagine mette anche in evidenza, una volta di più, tutte le difficoltà e i disagi cui vanno in contro le persone con problemi di infertilità (che in Italia riguardano ben una coppia su cinque). Tanto per cominciare l’accesso a un centro Pma rappresenta il punto arrivo di un lungo percorso: dai primi tentativi di avere un figlio passano in media quasi due anni prima che una coppia decida di rivolgersi a un medico (dai 15,5 mesi ai 30 a seconda del tasso di scolarizzazione). Comincia quindi la fase della diagnosi, che in media dura 13,6 mesi, con grandi differenze regionali e a seconda del grado di istruzione della coppia (dai 18,7  mesi del Sud Italia ai 9 del Nord-Est). La diagnosi certa, comunque, arriva solo per il 63,8 per cento delle coppie: nessuna diagnosi per 29,1 per cento e diagnosi non certe per 7,1 per cento.

Centrale il ruolo dei medici specialisti: nel 48,4 per cento dei casi è il ginecologo a fornire la diagnosi di infertilità. Ma il 47,4 per cento in media delle coppie ha dovuto consultare più specialisti prima di ottenere delle risposte sulla propria condizione. Ancora una volta a fare la differenza è la possibilità di accesso alle informazioni, come ha sottolineato anche Andrea Borini, responsabile scientifico di Tecnobis Procreazione e presidente del Centro studi FeM: il valore cresce infatti fino al 56 per cento per le coppie del Sud e con livelli di istruzione più bassi (per un approfondimento vedi anche Galileo, “Meno gravidanze con la legge 40“). (t.m.)

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