La scossa elettrica fa bene alle piante. Un esperimento condotto da un gruppo di scienziati dell’Università dell’Arizona ha rivelato che sottoporre le radici delle piante di pisello a un basso voltaggio elettrico determina una produzione tredici volte maggiore di pisatina, un antimicotico naturale. Secondo Joel Cuello, a capo della ricerca, la tecnica potrà essere adottata in futuro per generare grandi quantità di questa sostanza (altrimenti elaborata dai vegetali soltanto in dosi sufficienti per difendersi dall’attacco dei microbi) e, di conseguenza, come efficace metodo di produzione di farmaci e pesticidi.
“Se le cellule di una pianta di pisello sono infette da un fungo, queste sostanze chimiche vengono generate come risposta fisiologica al loro stato di stress”, afferma Cuello. “Più una cellula viene stressata, più questa reazione viene prodotta”. Risultati ancora più eclatanti sono stati raggiunti mediante questo trattamento in colture cellulari dell’erba medica Medicago truncatula. “Si tratta di un approccio davvero innovativo per stimolare sostanze biochimiche”, spiegano i ricercatori, “e che spiana il cammino alla produzione a basso costo di composti di alto valore”.
Cuello ha applicato da 30 a 100 milliampere di corrente elettrica a una coltivazione non su suolo (ma su substrato inerte come l’argilla) di media crescita o, nel caso dell’erba medica, a una soluzione in cui erano immerse le cellule. Per implementare la produzione biochimica sono stati testati anche altri composti – per esempio metalli pesanti o agenti chimici come l’acetato di sodio – ma l’utilizzo di queste sostanze si è rivelato, alla fine, troppo costoso e laborioso. “L’energia elettrica, invece, ha il vantaggio di ottimizzare l’intensità e il tempo di esposizione”, conclude Cuello, aggiungendo che si tratta di un voltaggio incapace di danneggiare gli esseri umani e di bruciare le cellule delle piante. “Basta introdurre due elettrodi e poi accendere e spegnere l’interruttore”. (l.s.)
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