Cristalli di sale nel meteorite Zag, caduto in Marocco nel 1998, indicano che i pianeti si sarebbero formati prima di quanto previsto finora. E che quindi le condizioni per ospitare la vita esistevano, almeno in alcune parti del sistema solare, oltre 4 miliardi e mezzo di anni fa. E’ quanto affermano i ricercatori dell’Università di Manchester, pubblicando su Science i risultati del loro studio. L’età dei cristalli ritrovati sul meteorite è stata determinata grazie a una tecnica che sfrutta il decadimento degli elementi radioattivi: Zag risalirebbe a circa due milioni di anni dopo la nascita del sistema solare, diventando così il più vecchio frammento cosmico trovato finora sulla Terra. Agglomerati rocciosi come Zag, embrioni di futuri pianeti e asteroidi, contenevano ghiaccio ed elementi radioattivi. Ma anche acqua, come sembra indicare la presenza del sale. La temperatura di Zag poteva dunque essere favorevole allo sviluppo della vita, nonostante i ricercatori non abbiano trovato alcuna traccia di ciò. “Nel processo di formazione del sistema solare le collisioni tra polveri e frammenti rocciosi generarono calore: il ghiaccio si sciolse e cominciò ad evaporare legandosi così ad altri elementi. Il risultato fu la formazione del sale che abbiamo trovato” – spiega Jaimie Gilmour, uno dei ricercatori del gruppo di Manchester. Zag potrebbe indicare allora che il processo di condensazione di polvere e gas intorno al Sole – ovvero la nascita del sistema solare – sarebbe avvenuto ‘solo’ due milioni di anni dopo la sua formazione. “Finora conoscevamo oggetti formatisi con dieci milioni di anni di ritardo rispetto al Sole” – continua Gilmour – “la sorpresa è scoprire invece che tutto può essere iniziato molto prima”. (m.g.)
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