Leucemia mieloide cronica, la cura è più vicina

Il 21 giugno prossimo è la giornata dedicata alla lotta contro le leucemie. E in vista di questo appuntamento, l’Ail (l’Associazione Italiana contro le leucemie – linfomi e mieloma) ha fatto il punto sui nuovi traguardi segnati dalla ricerca nella cura e nel trattamento dei tumori del sangue.

Nel mirino dei ricercatori c’è un obiettivo ambizioso: la cura definitiva della leucemia mieloide cronica (Lmc), una neoplasia maligna che in Italia colpisce 700-800 persone l’anno causando una proliferazione incontrollata delle cellule del midollo osseo e dei globuli bianchi, che vanno a colonizzare il sangue periferico e la milza. Se non adeguatamente trattata, in 5-6 la malattia anni può progredire in fase avanzata.

A contrastare l’avanzata della Lmc sono oggi disponibili dei farmaci “intelligenti” che, se assunti quotidianamente e per un tempo indefinito, consentono la sopravvivenza alla maggioranza dei pazienti. Si tratta di inibitori della tirosinchinasi, l’oncoproteina che provoca l’anomalia nel sistema cellulare all’origine del processo leucemico. Ma la terapia, a lungo andare – come dimostra anche uno studio del Gruppo italiano malattie ematologiche dell’adulto (Gimema) presentato lo scorso dicembre all’American Society of  Hematology – può incidere significativamente sulla qualità della vita.

Per questo la ricerca mira ora alla definizione di tempi certi per la sospensione totale della cura. “Un paziente con leucemia mieloide cronica è oggi più simile ad una persona con diabete che ad un paziente oncologico”, spiega Fabio Efficace, Responsabile Studi sulla Qualità della Vita del Gimema. “A differenza di pazienti con altre patologie oncologiche, però, i pazienti con leucemia mieloide cronica devono oggi assumere il farmaco su base giornaliera e per un tempo indefinito e quindi convivere per molti anni con un trattamento che non può essere interrotto”.

Questo potrebbe cambiare in un futuro prossimo, perché oltre al miglioramento della qualità della vita, le nuove terapie puntano alla cura definitiva della patologia. Il traguardo è oggi più vicino, grazie all’introduzione dei farmaci di seconda generazione. Introduzione che tuttavia procede a macchia di leopardo: “Il nostro Servizio sanitario nazionale è carente, e in alcuni casi non dà la possibilità ai malati di accedere a questi farmaci avanzati”, spiega Franco Mandelli, presidente dell’Ail. “Di fronte a questi straordinari progressi – continua Mandelli – Ail deve continuare ad esistere e a lavorare: perché resta ancora molto da fare”.

Così, in occasione della IV Giornata nazionale, oltre a numerose iniziative in tutta Italia a cura delle sezioni Ail, verrà istituito un numero verde (800-226524) a cui risponderanno otto illustri ematologi italiani per fornire ai malati risposte e consigli. Inoltre il 20 giugno partirà da Livorno l’iniziativa “Sognando Itaca – Regata per la vita”: una barca a vela con a bordo pazienti, medici, infermieri e volontari viaggerà per nove giorni lungo il Mediterraneo, toccando i porti di Ostia, Salerno, Reggio Calabria, Catania, Palermo e Cagliari.

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