Life: la medicina nei popoli

Nell’isola di Bali le lesioni neurologiche si pensa siano generate da eventi soprannaturali, da combattere durante riti propiziatori in cui si indossano maschere raffiguranti la malattia. Come la Bambodresan che mostra una paralisi del facciale, o spiriti, come la Maschera di Rangda, la regina delle streghe, che si contrappone al drago Barong. Questo e altro si può imparare osservando i 15 feticci e amuleti presentati in “Life: la medicina nei popoli”, un percorso proposto da Alice – Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale – e SIIA – Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa – in occasione della Giornata Nazionale dell’Ictus che ricorre il 18 maggio prossimo. E proprio in quella data verrà inaugurata la mostra all’aeroporto di Linate a Milano. Un allestimento non usuale quanto gli oggetti che mostra. Gli uomini e donne d’affari che correranno dal check in e il gate avranno fino al 31 giugno un’occasione per fermarsi a riflettere davanti a teche contenenti amuleti colorati o statuette antropomorfe. E dimenticare per un attimo lo stress. Prevenendo così doppiamente l’ictus: rilassandosi per un momento e informandosi su questa patologia. Il percorso infatti nasce per sensibilizzare sull’importanza di prevenire quella che è la prima causa di disabilità permanente nel mondo occidentale, la seconda di demenza senile e la terza di morte. La magia di un oggetto, l’effetto placebo di un feticcio, l’infuso amaro di un’erba o un alimento con azione preventiva, se da un lato mostrano come anche le medicine vernacolari hanno sentito la necessità di affrontare tale malattia, dall’altro consentono di porre l’accento sulla necessità di prevenirla e sulle possibilità offerte in questo campo dall’evoluzione della ricerca medica. “Life: la medicina nei popoli” è un’occasione per vedere alcuni dei 1500 oggetti conservati nel Museo di Etnomedicina “A. Scarpa” dell’Università degli Studi di Genova, che provengono da Bali, Penisola Araba, America Latina, Cina e Africa. Come il “feticcio telefonico” africano, formato da due figurine antropomorfe collegate a un rudimentale telefono, che rassicura il malato: in caso di necessità sarà la mistura magica versata all’interno a far si che parenti e amici siano avvisati. Oppure el Ekeko, il genio dell’abbondanza e della felicità latinoamericano, che ha con sé tutto quanto un uomo o una donna possano desiderare, dalla macchina alla casa, dalle medicine ai soldi. L’utilizzo di questa statuetta nei riti propiziatori previene i mali e assicura il benessere fisico e psichico. La mostra di Linate è davvero un’occasione da non perdere: la collezione del museo Scarpa, infatti, è un vero unicum nel panorama museale internazionale e purtroppo ancora oggi non possiede una sede adeguata che consenta al suo conservatore, Antonio Guerci, di offrirla a un ampio pubblico.

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