Categorie: Spazio

L’Illinois festeggia il “Pluto’s Day”

Follie made in Usa. Lo Stato dell’Illinois ha deciso che Plutone è un pianeta e ha dichiarato il 13 marzo “Pluto’s Day”. Alla faccia dell’International Astronomical Union (Iau) che nel 2006 declassò Plutone a “pianeta nano”, elaborando un articolato documento scientifico sui criteri per la definizione di cosa sia un pianeta e cosa no (vedi Galileo). E il 13 marzo è proprio il giorno in cui la Conferenza di Praga decise di ridefinire Plutone. 

La sovversione della nazione statunitense richiama alla memoria una storia che si protrae da oltre mezzo secolo: Clyde Tombaugh, il giovane osservatore che scoprì Plutone nel 1930, non solo è un nativo dell’Illinois, ma è anche l’unico americano ad aver individuato un pianeta. Da qui le continue pressioni statunitensi sulla comunità scientifica.

“Da un punto di vista tecnico-astronomico considerare Plutone un pianeta non ha alcun senso”, ha commentato a Galileo Ettore Perozzi, fisico, esperto in missioni scientifiche per Telespazio e autore di diversi libri di astronomia, tra cui il recente “Ordine e Caos nel Sistema Solare” scritto insieme ad Alessandra Celletti. “Plutone è stato salvato per anni dagli americani solo per motivi politici”, continua Perozzi, “fino all’anno in cui la Iau lo espulse dall’elenco dei pianeti definitivamente. Se si definisce Plutone un pianeta, allora anche i più grandi corpi transnettuniani (corpi che orbitano oltre Nettuno) dovrebbero acquistare lo stesso status e solo gli americani hanno le tecnologie adatte a individuarli”. Gli americani, infatti, sono all’avanguardia nello studio di questo tipo di corpi celesti, e dispongono dei telescopi più adatti a individuarli. In parole povere, molti “pianeti” sarebbero improvvisamente targati Usa.

Dalla dinamica del moto orbitale alla capacità dei pianeti di accrescersi a partire dal materiale circostante – conclude Perozzi – sono molte e sono complesse le ragioni per cui Plutone non può essere “riabilitato”. (r.s.)

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