L’importanza del Dna “spazzatura”

Il genoma umano condivide con quello di altre specie di vertebrati un numero sorprendente di sequenze di Dna. Lo sostengono su Science, ricercatori delle università di Santa Cruz, in California, e del Queensland, in Australia. 481 regioni di più di 200 paia di basi (le unità componenti il Dna) sono risultate perfettamente identiche tra i genomi di essere umano, ratto e topo. Le regioni fanno parte di quello che viene chiamato dagli scienziati Dna spazzatura, il 98 per cento del genoma umano che non contiene geni, ovvero che non codifica per nessuna proteina, e di cui non si conosce affatto la funzione. Gli stessi elementi sono stati identificati, con piccole variazioni, anche nei genomi del cane e del pollo, e 2/3 degli stessi in quello del pesce palla. Non sono state invece identificate nei genomi di invertebrati come mosche, vermi e ascidie. Secondo David Haussler, uno degli autori dello studio, se queste porzioni di Dna sono rimaste essenzialmente identiche in 400 milioni di anni di storia evolutiva, da quando umani e pesci condividevano un comune progenitore, è plausibile pensare che siano tratti essenziali per la vita e la discendenza. Potrebbero regolare l’attività di alcuni geni indispensabili per tutte le specie, oppure controllare la crescita embrionale, che ha un iter abbastanza simile in molti animali, dall’essere umano ai pesci. Il fatto che siano rimaste immutate per centinaia di milioni di anni indica che si tratta di sequenze biologicamente importanti, ma la loro funzione è ancora sconosciuta. Meno di un quarto degli elementi ultra-conservati appartiene a sequenze geniche codificanti per proteine. Di questi, circa la metà è associata a particolari geni capaci di produrre diversi tipi di proteine attraverso forme alternative di elaborazione dell’Rna, l’intermediario gene-proteina. (da.c. e va.m.)

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