L’istinto non sbaglia

In alcune circostanze, le decisioni migliori si prendono in una frazione di secondo. Affidandosi all’istinto. Lo sostengono, su Current Biology, Li Zhaoping e Nathalie Guyader, ricercatori dello University College di Londra che hanno recentemente messo alla prova la vista umana.

I ricercatori hanno posto 14 soggetti davanti ad uno schermo su cui apparivano circa 660 identiche croci, distanziate di 2 centimetri. Ai partecipanti veniva chiesto di individuare l’unico simbolo con una lieve differenza di orientamento rispetto agli altri e indicare in quale parte (sinistra o destra) dello schermo si trovasse. Nel frattempo una videocamera monitorava il movimento dei loro occhi.

Individuato il simbolo anomalo, la scelta corretta tra destra e sinistra dipendeva dal tempo di elaborazione: indovinava il 95 per cento dei soggetti che elaboravano la risposta dopo mezzo secondo, mentre solo l’80 per cento di coloro che impiegavano un secondo. Arrivando però a due secondi, i soggetti riconquistavano i livelli iniziali di accuratezza.

Secondo gli scienziati il fenomeno ha una spiegazione biologica: l’immagine scelta dagli occhi viene analizzata inizialmente dalla corteccia visiva primaria, area del cervello coinvolta nei processi inconsci. L’informazione viaggia poi da qui verso la regione parietale e verso la corteccia frontale. Queste due aree hanno funzione di riorientamento: ci aiutano a riconoscere oggetti familiari in contesti non familiari, ma, in questo caso, rallentano la capacità di individuazione. Ciò spiegherebbe perché le persone sbagliano quando si dà loro un tempo intermedio per decidere. Con poco tempo, ci si serve del subconscio come guida; con molto tempo, si può annullare il riorientamento.
Queste scoperte potrebbero addirittura essere utili nella diagnosi di pazienti affetti da morbo di Alzheimer, essendo la malattia spesso associata ad un declino degli alti livelli di funzione cerebrale. (m.r.)

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