Categorie: Tecnologia

Lo smartphone che ci riconosce dalle orecchie

Si chiama Bodyprint. È una nuova tecnologia messa a punto negli Yahoo! Labs in grado di trasformare i display touchscreen di smartphone tablet in scanner biometrici. Con Bodyprint, sarà possibile sbloccare i dispositivi sfruttando il gesto più ovvio quando si risponde a una chiamata: avvicinandoli al nostro orecchio. Il sistema funziona con qualsiasi device: non servono i costosi sensori ad alta definizione fin qui utilizzati per il riconoscimento dell’impronta digitale da aziende come Apple e Google. La tecnologia, tra l’altro, riconosce anche altri parti del corpo, come il palmo della mano o le falangi.

Si tratta dell’ennesimo passo in avanti verso l’idea di “massima usabilità”, che tanto sta a cuore agli utenti, sempre più intenzionati a spendere meno tempo possibile per attivare i propri device e accedere alle proprie applicazioni, e pronti a premiare le aziende in grado di fornirgli strumenti di accreditamento della massima semplicità. C’è, però, un rovescio della medaglia.

L’adozione di questi sistemi ha però come immediata conseguenza l’acquisizione da parte delle aziende private di dati personali estremamente sensibili, quali appunto quelli biometrici. Difficilmente saremmo disposti a consegnare queste informazioni allo stato, ma, come il successo dei sistemi basati sull’utilizzo delle impronte digitali hanno dimostrato, quando si tratta migliorare la nostra esperienza come utenti, la tolleranza diventa immediatamente più alta.

Il risultato è che sempre più imprese private avranno a disposizione informazioni in grado di identificarci per certi versi meglio di quanto non potranno fare i governi, e con un alto grado di precisione: i risultati dei test eseguiti dal team di sviluppo Yahoo dicono infatti che l’accuratezza di Bodyprint nell’identificare il corretto utilizzatore raggiungere il 99,52%.

Credits immagine: Janitors via Compfight cc

Questo articolo è stato prodotto in collaborazione con il Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

Articoli recenti

Mesotelioma, 9 casi su 10 sono dovuti all’amianto

Si tratta di una patologia rara e difficile da trattare. Colpisce prevalentemente gli uomini e…

1 giorno fa

Uno dei più misteriosi manoscritti medioevali potrebbe essere stato finalmente decifrato

Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…

4 giorni fa

Ripresa la comunicazione con la sonda Voyager 1

Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…

6 giorni fa

Atrofia muscolare spinale, ampliati i criteri di rimborsabilità della terapia genica

L’Aifa ha approvato l’estensione della rimborsabilità del trattamento, che era già stato approvato per l'atrofia…

1 settimana fa

Così i tardigradi combattono gli effetti delle radiazioni

Resistono alle radiazioni potenziando la loro capacità di riparare i danni al dna. Piccolo aggiornamento…

1 settimana fa

Leptospirosi: perché crescono i casi a New York?

Mai così tanti casi di leptospirosi in un anno dal 2001: a contribuire all’aumento delle…

2 settimane fa

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.

Leggi di più