Lo svezzamento dei Neanderthal

Cinque dita con pollice opponibile, dieta onnivora, visione a colori e binoculare: sono alcune caratteristiche che la specie umana condivide con i primati, tra cui scimmie e ominidi. A queste si aggiunge oggi anche un’importante fase dell’alimentazione: un team di ricercatori statunitensi e australiani ha infatti dimostrato che lo svezzamento dei bambini presenta diversi elementi in comune con quello del macaco e dell’uomo di Neanderthal.

Lo studio, condotto dall’Icahn School of Medicine at Mount Sinai, dall’Harvard School of Public Health, dalla University of Sydney e da altri istituti e università è stato pubblicato su Nature e ha analizzato, attraverso tecniche laser e di spettrometria di massa, la distribuzione di bario presente nei denti di alcuni bambini e di alcuni macachi di pochi anni di vita, confrontandola poi con quella dei bambini Neanderthal del paleolitico medio, cioè di decine di migliaia di anni fa.

Il bario, infatti, è un elemento chimico che dà informazioni utili sull’evoluzione della dieta dalla fase prenatale fino allo svezzamento, poiché viene trasferito al tessuto dentale già prima della nascita, attraverso la placenta, e anche in seguito, attraverso il latte materno e altri alimenti. Dai fossili, invece, è difficile ricostruire questa evoluzione, a causa dell’assenza di validi markers biologici che non siano variati durante il processo di fossilizzazione.

Durante la gravidanza, le mamme sono state intervistate sulla propria alimentazione. Poi, immediatamente dopo il parto e dopo 6, 12, 24 e 42 mesi dalla nascita, i questionari hanno riguardato la dieta dei bambini. Infine sono stati analizzati i denti da latte caduti ai piccoli. “La distribuzione di bario nei denti dei bambini riflette le transizioni nella dieta, dall’inizio dell’allattamento fino allo svezzamento”, spiega Manish Arora, coautore dello studio. “In particolare, nel periodo dell’allattamento materno la concentrazione dell’elemento aumenta nello smalto e nella dentina formati immediatamente dopo la nascita”.

Nei denti fossili dei bambini Neanderthal, la distribuzione del bario mostra delle variazioni nello smalto, alla nascita, a 227 e a 435 giorni: “Tali transizioni somigliano proprio alle transizioni osservate nella nostra specie e nel macaco”, continua Arora.

Lo svezzamento del piccolo neanderthaliano, dunque, fu simile al nostro: la durata del periodo di allattamento esclusivo era quasi uguale a quella degli altri ominidi. Una somiglianza che contraddistingue l’evoluzione dei primati e che rappresenta un fattore determinante nell’alimentazione e nella salute della popolazione di oggi.

Riferimenti: Nature doi:10.1038/nature12169

Credits immagine: erix!/Flickr

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