L’omaggio a Escher del Mit

C’è un artista del ventesimo secolo che ha saputo fondere nella sua arte il surrealismo e la matematica, le paure umane e le leggi della fisica, la geometria e le forme architettoniche col pensiero dell’uomo alla ricerca di sé. E’ Maurits Cornelis Escher, architetto e artista, nato il 17 giugno 1898 a Leeuwarden nei Paesi Bassi, scomparso nel 1972. In questi giorni Leonardo, rivista On-line dell’ International Society for the Arts, Sciences and Technology, ospitata nel web del Mit (Massachussets Institute of Technology) di Boston, pubblica un omaggio all’olandese, viaggiatore inquieto che tra le tante mete scelse a metà degli anni trenta Roma e l’Italia come fonte di ispirazione.

Il tributo a Escher raccoglie una autentica galleria di 12 artisti internazionali viventi, che a lui si sono ispirati per le loro creazioni: dalle strutture geometriche di Victor Acevedo a quelle matematiche di Peter Raedschelders, dalle impressioni dell’italiana Valentina Barucci fino al naufragio di Kelly M. Houle nei giochi tridimensionali. A introdurre la galleria virtuale delle opere è Michele Emmer, matematico e ordinario di istituzioni matematiche presso la facoltà di Architettura dell’Università “La Sapienza” di Roma. Nel constatare come oggi “il fascino delle opere di Escher è forse persino aumentato” rispetto alla mostra (di cui lo stesso Emmer curò il catalogo) a lui dedicata a Roma nel 1985, Emmer ripercorre brevemente le principali esibizioni delle opere dell’artista olandese, dalla prima del 1954 ad Amsterdam alla più recente del 1998, nel centenario della nascita. E ricorda come Escher rappresenti un indiscusso punto di riferimento nella scena moderna delle arti visuali, oltre che uno degli artisti più popolari al mondo, anche su Internet.

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