Categorie: Vita

L’origine della pelle chiara

Siamo abituati a pensare al mosaico di popolazioni e etnie in cui si divide oggi il mondo come qualcosa di statico. La verità però è che in molti casi è il frutto di un caotico insieme di migrazioni,spostamenti e incroci avvenuti nei millenni trascorsi tra la nascita della nostra specie e l’inizio della storia registrata, che hanno diffuso nuove varianti geniche e rimodellato tratti fenotipici, sotto la spinta della selezione naturale. Un buon esempio è quello della pelle chiara, così diffusa oggi nel nostro continente. Un tratto che, come spiega un articolo di Science, ha un’origine molto più complicata e recente di quanto si immaginasse.

Come racconta la giornalista Ann Gibson, lo scorso anno ha rappresentato un grande salto in avanti per quanto riguarda lo studio delle antiche popolazioni europee, grazie al sequenziamento del genoma di 83 mummie provenienti da siti archeologici sparsi per tutto il continente. Il team di ricercatori di Harvard che ha effettuato le analisi ha così potuto confermare che gli europei moderni sono il frutto dell’incrocio di tre differenti popolazioni, giunte in tre separate migrazioni nel corso degli ultimi 8mila anni, l’ultima delle quali, identificata con un gruppo di pastori di cultura Jamna (originari delle steppe vicine al Mar Nero), avrebbe diffuso in Europa le radici delle lingue indoeuropee intorno ai 4.500 anni fa.

In un nuovo studio, pubblicato per ora in un archivio online (e in attesa di pubblicazione su una rivista scientifica), i ricercatori hanno comparato i dati raccolti dagli 83 reperti con quelli recenti del progetto 1.000 genomi, analizzato così l’evoluzione dei geni legati a tre tratti fenotipici che caratterizzano i moderni europei: altezzapelle chiara e la capacità di digerire il latte.

Riguardo al consumo di latte, i ricercatori hanno scoperto che nessuna delle tre popolazioni arcaiche possedeva in origine la versione del gene Lct necessaria per sviluppare la tolleranza allattosio, e che questa capacità si è diffusa nel continente europeo intorno ai 4.300 anni fa. I geni che causano la pelle chiara erano invece presenti già intorno agli 8mila anni fa nelle popolazioni di cacciatori raccoglitori nel Sud della Svezia, ma erano assenti nelle popolazioni che in quel periodo abitavano il Centro e il Sud del continente. A determinare il successo di questo tratto fu l’arrivo della popolazione di pastori asiatici, anche loro di carnagione chiara, che incrociandosi con i popoli dell’Europa centro meridionale diffusero al pelle bianca in tutto il continente.

Cosa abbia determinato la pressione selettiva che ha portato al successo di questi due tratti non è certo. L’ipotesi più probabile,come riporta la paleontropologa Nina Jablonski, è che in entrambi i casi si tratti di adattamenti utili per chi vive nelle latitudini più settentrionali, dove la minore esposizione alla luce solare crea problemi di produzione della vitamina D. Una pelle più chiara infatti migliora l’assorbimento dei raggi Uv (fondamentali per sintetizzare la vitamina), mentre la tolleranza al lattosio permette di consumare il latte, che è un’abbondante fonte di vitamina D.

Per quanto riguarda infine l’altezza (oggi caratteristica del fenotipo nord europeo), anche in questo caso determinante fu l’arrivo delle popolazioni di Jamna. Il loro genoma infatti conteneva il maggior potenziale genetico per aumentare l’altezza degli individui, e stando alle analisi del nuovo studio le popolazioni del Centro e del Nord Europa furono sottoposte a spinte selettive che ne aumentarono le dimensioni solo dopo l’incrocio con i pastori di Jamna.

Nel Sud, Italia e Spagna in particolare, le spinte selettive avrebbero agito invece in senso inverso, come testimoniato da una minore altezza media e gli spagnoli, in particolare, si sarebbero addirittura rimpiccioliti intono ai 6mila anni fa.

Via: Wired.it

Credits immagine: Maurice/Flickr CC

 

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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