L’ormone fa la differenza

Ormoni sessuali e sclerosi multipla: due termini di un binomio nella cui correlazione potrebbe essere la chiave per comprendere meglio il processo neurodegenerativo della malattia, per spiegare le differenze fra uomini e donne e per cercare nuove strade terapeutiche. I risultati di una ricerca condotta all’Università “La Sapienza” di Roma e pubblicata sul Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry, suggeriscono che gli ormoni sessuali potrebbero essere coinvolti nei meccanismi di infiammazione e di riparazione tipici della sclerosi multipla, modulando la gravità dei danni cerebrali. Nei pazienti colpiti da sclerosi multipla, infatti, i livelli di ormoni sessuali femminili e maschili si ritrovano in quantità anomale rispetto alla norma. Nelle pazienti donne, a minori concentrazioni di testosterone corrispondono lesioni cerebrali più gravi. Nei pazienti maschi, invece, a fare la differenza è l’estradiolo: alte concentrazioni sono associate a condizioni più severe.La sclerosi è la più frequente malattia infiammatoria del sistema nervoso centrale tra i 25 e i 35 anni: aggredisce la mielina, la guaina di rivestimento dei nervi, provocando disturbi nella trasmissione dei segnali elettrici che si riflettono in difficoltà motorie, visive e sensoriali del soggetto colpito. Le cause non sono ancora del tutto note e, anche se esistono terapie in grado di controllarne il decorso, non esiste una cura capace di arrestare la progressiva degenerazione delle cellule nervose. La suscettibilità verso la sclerosi multipla e il successivo decorso si declinano in maniera differente nei due sessi. Tuttavia, nessun trial prima d’ora analizzato questo punto. “Le donne sono colpite in misura doppia rispetto agli uomini, anche se nelle forme benigne di malattia il rapporto donne-uomini è a favore delle prime, mentre il decorso progressivo è più frequente nel sesso maschile”, spiega Valentina Tomassini, dottorando di ricerca in neuroscienze sperimentali e cliniche al Dipartimento di scienze neurologiche dell’Università “La Sapienza” e primo autore dello studio. “Anche il danno al tessuto nervoso è diverso: ha caratteristiche più degenerative per gli uomini e più infiammatorie per le donne”. Nel complesso, diverse evidenze scientifiche, tra cui le variazioni nella risposta femminile durante il ciclo mestruale o la gravidanza, sembrano puntare agli ormoni sessuali per comprendere le ragioni di queste differenze. La ricerca non ha chiarito del tutto il ruolo degli ormoni sessuali nella produzione e nella riparazione del danno cerebrale, ma ha indicato la necessità di procedere con ulteriori ricerche sperimentali e cliniche. “Gli estrogeni hanno un potente effetto antinfiammatorio e riparativo a livello cellulare, perciò le ricadute terapeutiche di questi studi potrebbero essere rilevanti, non solo per la sclerosi multipla, ma anche per altre patologie neurodegenerative, come il Parkinson o l’Alzheimer” sottolinea Adriana Maggi, direttore del Centro d’eccellenza sulle patologie neurodegenerative dell’Università di Milano.Oltre ad aver individuato la possibilità di una terapia ormonale per prevenire il danno cerebrale, modularlo e contribuire alla sua riparazione, lo studio ha avuto il merito di indagare in un terreno ancora poco battuto dalla medicina: quello delle differenze di genere. “L’organismo maschile e quello femminile hanno una fisiologia estremamente diversa e i trattamenti farmaceutici ne dovrebbero tener conto in fase di sperimentazione clinica” afferma Maggi. “Gli ormoni sessuali sono solo il fattore discriminante più evidente, ma è fondamentale proseguire in questa direzione e approfondire le conoscenze anche sotto altri punti di vista”.

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