Salute

Lsd: parte la prima ricerca per capirne gli effetti

Aumenta la creatività e migliora la concentrazione. Sarebbero questi, a detta dei geek della Silicon Valley, gli effetti di piccole quantità di Lsd, la droga psichedelica diventata ultimamente popolare negli Stati Uniti, specialmente tra coloro che, per motivi lavorativi, hanno bisogno di una maggior concentrazione. Dall’altra parte, tuttavia, ricerche scientifiche sostengono che questa sostanza, attualmente illegale, provochi tutt’altro che benefici: i danni possono essere allucinazioni, attacchi di panico, ansia e psicosi. A cercare ora di fare luce sugli effetti di questa sostanza sono i ricercatori della Beckley Fondation dell’Imperial College di Londra, che il 3 settembre scorso hanno dato il via a un nuovo esperimento per valutare se questa droga, assunta in piccole dosi, abbia davvero dei vantaggi sul nostro cervello, come per il trattamento della depressione, oppure sia unicamente un’autosuggestione.

Lo studio, precisiamo, sta reclutando solo coloro che già usano piccole quantità di Lsd. “Sarà unico”, afferma al Guardian Balázs Szigeti, leader dello studio. La ricerca, infatti, data l’illegalità dell’Lsd, sarà self-blinded (“auto-cieco“), ovvero in cieco ma gestito in autonomia da chi decide di partecipare. I partecipanti, infatti, dovranno seguire delle istruzioni descritte in un manuale su come prepararsi da soli le pasticche che dovranno assumere per 4 settimane: alcune conterranno la dose che assumono solitamente, mentre altre saranno fittizie, ovvero vuote.

Successivamente dovranno riporre le capsule in confezioni diverse per poi mischiarle al punto da non sapere più quale delle confezioni abbia le capsule contenenti Lsd. Solamente dei codici Qr leggibili da smartphone sulle confezioni contenenti le dosi, potranno rivelare quando è stato preso l’Lsd. Nel frattempo, completeranno questionari e test e parteciperanno a giochi cognitivi online. Solamente alla fine della sperimentazione scopriranno se sono stati più concentrati grazie all’Lsd oppure perché pensavano di averlo assunto.

Lo scienziato svizzero Albert Hofmann, che per primo ha sintetizzato l’Lsd nel 1936, ha iniziato a prenderlo in piccole quantità durante la sua vecchiaia. E chi lo assume in piccole dosi parla di un senso di maggior concentrazione senza le sensazioni allucinogene. “È diventato popolare nella Silicon Valley come un modo per aumentare la creatività e la produttività”, ha dichiarato Szigeti. “E con mia grande sorpresa ho trovato che non c’erano studi sul microdosaggio di questa sostanza. Eppure ci sono centinaia e centinaia di persone che esprimono esiti molto positivi, ma questo è un terreno completamente nuovo nella letteratura scientifica”.

Precisiamo, tuttavia, che l’intenzione dei ricercatori è quella di valutare gli effetti di piccole quantità di Lsd e non incoraggiare le persone ad assumere questa sostanza. “Da quando ho conosciuto l’Lsd nel 1966, prima che fosse reso illegale, so del suo grande potenziale per la salute e il miglioramento cognitivo”, precisa Amanda Feilding, direttrice della Beckley Foundation. “Potrebbe forse offire un miglioramento dell’umore: alcuni hanno riferito di aver combattuto la depressione, mentre altri dicono che li fa sentire più concentrati. Non si può e non si vuole incoraggiare la gente a prendere piccole dosi di Lsd, ma è interessante cercare di raccogliere sempre più dati scientifici”.

Via: Wired.it

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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