Luce in frenata

La velocità della luce non è una costante immutabile ma, al contrario, il suo valore è diminuito nel tempo. In altre parole, la luce, qualche miliardo di anni fa, avrebbe rallentato la sua corsa. Lo afferma un team di ricercatori australiani sulle pagine della rivista Nature. E la scoperta, complice il fatto che fra i suoi autori compare anche Paul Davies, scienziato ma anche celebre autore di opere divulgative tradotte in oltre 20 lingue, ha fatto rapidamente il giro del mondo. “Einstein avrebbe odiato questo momento”. Il commento, riportato dai giornali americani, probabilmente Davies non lo ha mai pronunciato. Ma si è guardato bene dallo smentirlo. Perché il cinquantaseienne fisico teorico, è un gran furbacchione e sa che un pizzico di pubblicità gratuita non guasta. Pur nella consapevolezza che le teorie di Einstein, per il momento, non corrono alcun pericolo. Perché, come amava ripetere un altro grande cronista dell’avventura scientifica, l’astronomo e scrittore Carl Sagan, “scoperte spettacolari richiedono prove altrettanto spettacolari”. Ed è significativo che a ricordare il celebre invito alla prudenza di Sagan sia proprio quel Charley Lineweaver che, insieme a Paul Davies e alla collega Tamara Davis dell’Università australiana di New South Wales, si è reso protagonista della clamorosa scoperta. “Al momento, possediamo un’ipotesi molto elegante capace di spiegare alcune osservazioni sperimentali ma, purtroppo, nessuna prova spettacolare”, ammette Lineweaver. Tutto ha inizio dalle ricerche del fisico australiano John Webb, anch’egli della New South Wales University. Qualche anno fa, studiando un raggio di luce proveniente da una quasar lontana (un oggetto astronomico molto antico che, come le stelle, emette radiazioni luminose), si era accorto che i conti non tornavano. Prima di raggiungere la Terra, il raggio aveva viaggiato per 10 miliardi di anni, attraversando nubi di materia interstellare che sembravano averne alterato le proprietà. Come se la forza con cui luce e materia interagiscono fosse leggermente aumentata nel tempo.Per spiegare questo bizzarro comportamento si possono avanzare due ipotesi: o è aumentata la carica dell’elettrone, oppure è diminuita la velocità della luce. Difficile scegliere, anche perché entrambe le grandezze sono considerate delle costanti immutabili. Tuttavia, un modello teorico basato sulla termodinamica dei buchi neri e sviluppato ad hoc dai ricercatori australiani svela che fra le due alternative solo una è accettabile. Un’eventuale variazione della carica dell’elettrone, infatti, violerebbe la seconda legge della termodinamica, vero e proprio pilastro della fisica contemporanea. Dunque, ammesso che le osservazioni di Webb siano corrette, l’unica spiegazione è che la luce abbia rallentato la sua corsa.“Noi non ci siamo chiesti se le misure di Webb siano giuste o sbagliate”, sottolinea Lineweaver. “Ci siamo solo chiesti quali potrebbero essere le eventuali conseguenze. E ci siamo convinti che in un lontano passato la luce si muoveva più in fretta di quanto non faccia oggi”. Quanto più in fretta? Difficile stabilirlo. “Forse”, azzarda Davies, “nell’istante del Big Bang la velocità della luce era addirittura infinita. Questo potrebbe spiegare come mai l’universo oggi appaia così uniforme, risolvendo uno fra i più affascinanti misteri della cosmologia”.Secondo Davies, più che la relatività, saranno proprio le attuali teorie cosmologiche a dover essere ripensate. “Al di là delle battute, non è vero che Einstein si era sbagliato. Può darsi che alcuni aspetti della relatività siano da correggere, ma non ho mai pensato che l’intera teoria vada riscritta”. “Del resto”, aggiunge Lineweaver, “Einstein sosteneva semplicemente che se due osservatori inerziali misurano la velocità della luce nello stesso istante, allora trovano lo stesso valore. Noi aggiungiamo soltanto che tale valore potrebbe cambiare nel tempo. La nostra interpretazione è quindi una generalizzazione e non una negazione delle idee di Einstein”. Che nel 2005 festeggeranno in tutta tranquillità il loro primo centenario.

1 commento

  1. Se la velocità della luce si è abbassata nel corso di miliardi di anni allora il Big bang non è mai avvenuto nel senso di esplosione, successiva espansione e nè tanto meno di attuale espansione accelerata. La legge di Hubble quantificherebbe lo spostamento verso il rosso causa l’abbassamento di velocità in un mezzo a densità crescente nei miliardi di anni, non per un semplice movimento di allontanamento!
    Perchè è diminuita gradualmente la velocità?
    Bisognerebbe ipotizzare e trovare il mezzo che fa aumentare di densità il “vuoto”, pur restando trasparente. Un ipotesi potrebbe essere che il “vuoto” sia formato di antimateria che via via che aumenta fa diminuire pari pari l’entropia totale dell’Universo, in contrapposizione alla materia caotica, dove aumenta sempre fino a infinito.

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