Ecco che faccia aveva il nonno di Lucy

Australopithecus anamensis aantenato lucy
Ricostruzione facciale di John Gurche made con il contributo di Susan e George Klein. Foto di Matt Crow, Cleveland Museum of Natural History.

In antropologia c’è solo da aspettare e prima o poi qualcosa arriva. Questa settimana, per esempio, dalle pagine di Nature arriva l’annuncio del ritrovamento del primo cranio di un vecchio australopiteco. Apparteneva a un esemplare di Australopithecus anamensis, la specie più antica degli australopitechi, antenato di una delle star dell’antropologia, lAustalopithecus afarensis, Lucy per intenderci. E secondo quanto raccontano oggi i ricercatori le due specie si sovrapposero per circa 100 mila anni. Due gli studi che su Nature raccontano il passato dell’australopiteco.

Un cranio praticamente intatto

Il cranio di A.anamensis arriva dall’Etiopia, precisamente dalla zona di Woranso-Mille, nella regione di Afar. “Quando ho visto per la prima volta il cranio venuto alla luce a Woranso-Mille non potevo credere ai miei occhi”, ha raccontato Yohannes Haile-Selassie Cleveland Museum of Natural History, a capo del tema di ricerca, tra cui figurano anche Stefano Benazzi e Antonino Vazzana dell’Università di Bologna, “Si tratta di una scoperta fondamentale per ricostruire e comprendere l’evoluzione umana nel corso del Pliocene”. Il cranio in questione sarebbe appartenuto probabilmente a un maschio, piuttosto piccolo, e presenta caratteristiche alquanto primitive, che si ricollegano a quelle di genere ancora più arcaici come Sahelanthropus and Ardipithecus.

Cranio anamensis
(Credits: Dale Omori, courtesy of the Cleveland Museum of Natural History)

Il fossile ha un’età stimata di circa 3,8 milioni di anni (finora i ritrovamenti della stessa specie hanno permesso di stimarne la presenza in una finestra temporale che va da 4,2 a 3,9 milioni di anni fa), ed è il primo cranio mai portato alla luce di A.anamensis.

Ricostruzione facciale di John Gurche made con il contributo di Susan e George Klein. Foto di Matt Crow, Cleveland Museum of Natural History.

“Abbiamo sfruttato tutta l’esperienza maturata in circa dieci anni di ricostruzioni digitali di ominini fossili per ottenere un modello 3D completo del cranio MRD”, ha spiegato Benazzi: “È stato sorprendente, a seguito di un lavoro molto complicato in cui sono state utilizzate tecniche di modellazione 3D e metodi di morfometria geometrica, constatare di essere difronte al primo cranio completo di Australopithecus anamensis, ovvero la specie più antica del genere Australopithecus”.

A. anamensis, un coevo di Lucy?

Tra le varie scoperte e supposizioni nate intorno al cranio di A. anamensis – per esempio alcuni indizi lasciano pensare che visse vicino a un grande lago in una regione arida, circondata da aree boschive – una è particolarmente interessante. Secondo i ricercatori, infatti, A. anamensis sarebbe convissuto con il suo discendente A. afarensis almeno per 100 mila anni, diversamente a quanto creduto finora (ovvero la comparsa di Lucy e simili sarebbe avvenuta solo dopo quella del suo antentato). Ipotesi nata grazie all’assegnazione del frammento di un cranio (il frontale di Belohdelie) vecchio di 3,9 milioni di anni alla specie A.afarensis. Più vecchio ancora dunque del nuovo fossile.

Riferimenti: Nature, Nature

Credits immagine di copertina: Dale Omori, courtesy of the Cleveland Museum of Natural History

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