Spazio

Luna, nuova ipotesi sulla sua origine

Nonostante gli enormi progressi fatti in campo astronomico il corpo celeste più vicino al nostro pianeta, la Luna, è tuttora avvolto da numerosi misteri, e il principale forse riguarda proprio la sua nascita. Nel corso degli ultimi 50 anni sono state formulate diverse ipotesi sull’origine dell’unico satellite che ruota attorni alla Terra da ben 4,5 miliardi di anni, ma nessuna di queste è stata ancora confermata. Un articolo appena apparso su Nature Geoscience, però, sembra aver raccolto nuove prove controtendenza, che dimostrano come la Luna si sia formata grazie ai detriti provenienti dagli impatti di vari oggetti celesti contro il nostro pianeta.

In particolare, questa nuova teoria sembra scartare l’ipotesi finora ritenuta la più probabile, ossia che la Luna ha avuto origine da un unico impatto tra la Terra e un corpo celeste di dimensioni pari a quelle di Marte. I ricercatori, però, conservano ancora alcuni dubbi su questa tesi. Ci si aspettava infatti che la Luna fosse formata sia dai materiali provenienti dal nostro pianeta sia da quelli del corpo con cui aveva impattato.

Eppure, la composizione del satellite sembra essere quasi identica a quella della Terra, e questo ha lasciato qualche perplessità ai sostenitori dell’ipotesi di una formazione da singolo impatto (single-impact hypothesis).

“Lo scenario di un impatto multiplo è un modo più naturale per spiegare l’origine della Luna” racconta su Phys.org uno degli autori dello studio, Raluca Rufu, del Weizmann Institute of Science di Rehovot, in Israele.

Secondo gli autori, infatti, degli impatti multipli sarebbero stati in grado di sollevare più materiale proveniente dal nostro pianeta rispetto a un solo impatto, e ciò combacia con il fatto che la Luna presenti una composizione molto simile a quella della Terra.

Per dimostrare la loro ipotesi Rufu e colleghi hanno creato una serie di simulazioni al computer, circa un migliaio, che hanno ricostruito le collisioni tra una Terra primordiale e minuscoli pianeti, chiamati planetesimi, di dimensioni inferiori a quelle di Marte. Dalla simulazione è apparso che ogni collisione avrebbe formato un disco di detriti attorno alla Terra primordiale. Questi detriti, a loro volta, si sarebbero poi raggruppati per dare vita a un piccolo satellite, moonlet, precursore della Luna che vediamo noi oggi.

Gli autori dello studio hanno stimato che sarebbero stati necessari almeno 20 impatti per dare origine alla Luna, ma saranno comunque necessari nuovi studi per approfondire questa ipotesi e capirne di più sulla formazione dei moonlet.

“Se la Luna è nata in questo modo avrà impiegato milioni di anni per diventare com’è oggi. Ciò significa che, molto probabilmente, la sua formazione si è sovrapposta per gran parte con quella della Terra”, spiega Gareth Collins dell’Imperial College di Londra in un commento su Nature Geoscience.

Via: Wired.it

Mattia Maccarone

Una vocazione scientifica e una specializzazione in Neurobiologia. Fa ricerca nei laboratori del CNR con gli allievi di Rita Levi Montalcini e poi approda al Master SGP della Sapienza e alla redazione di Galileo. Collabora con Le Scienze e Mente&Cervello.

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