L’Universo della porta accanto

Marcus ChownThe Universe Next Door. Twelve Mind-blowing Ideas from the Cutting Edge of Science Headline, 2003pp.261, euro 9,29 Marcus Chown si è laureato in Fisica all’Università di Londra per poi specializzarsi in Astrofisica al California Institute of Technology; attualmente lavora come giornalista al “New Scientist”, prestigiosa rivista in lingua inglese. Il volume che ha appena pubblicato, il cui titolo è traducibile come “L’universo della porta accanto”, (citando un’opera di fantascienza di Robert Anton Wilson degli anni Ottanta), si inserisce in un filone della letteratura scientifica anglosassone che partendo da solide basi scientifiche sviluppa, percorre e precorre temi di frontiera (si vedano a tal proposito e per esempio i lavori di Roger Penrose sulla natura quantistica della coscienza). Questi territori della scienza sono quelli ancora poco esplorati proprio perché si tratta di zone ad “alta speculazione”, zone ancora – diciamo così – paludose e in un certo senso malsane per i benpensanti delle scienze.Le teorie alla base di queste speculazioni sono invece estremamente salde, trattandosi delle due principali rivoluzioni scientifiche del Novecento: la Teoria della Relatività e la Meccanica Quantistica. Il libro di Chown si dipana attraverso 12 capitoli (divisi in tre sezioni: “La natura della Realtà”, “Guardando l’Universo a specchio” e “La vita e l’universo”) e un vocabolario di termini tecnici, affrontando sempre tematiche di confine.Si parte nel primo capitolo dalla natura del tempo e dall’esistenza di regioni dell’universo il cui il normale fluire del tempo risulta invertito (sempre tenendo ben presente la termodinamica e la “freccia del tempo”). Si prosegue poi con la cosiddetta “teoria a molti mondi” che fu proposta da Hugh Everett III nel 1957 e che costituisce una valida alternativa alla più classica interpretazione della meccanica quantistica della “Scuola di Copenaghen” di Niels Bohr. I “molti mondi” sono generati dalla peculiare natura della meccanica quantistica, nella quale un sistema fisico viene descritto tramite una funzione d’onda che indica le probabilità che un evento avvenga realmente: a causa di questo virtuale frazionamento, ci sono tante combinazioni possibili di eventi, ognuno con una certa probabilità. Ognuna di queste combinazioni è, appunto, un “mondo”. Per esempio, in un mondo un lettore può essere giunto fino a questo punto nella lettura di questo articolo, in un altro mondo può aver smesso subito, in un altro l’autore dell’articolo è un cuoco poco o nulla interessato alla divulgazione scientifica e così via, dunque questo articolo potrebbe non esistere. La teoria a molti mondi permette quindi di evitare anche alcuni dei paradossi che caratterizzano i viaggi nel tempo. Così, sostiene Chown nelle pagine successive, sarebbe possibile per dei “crononauti” di viaggiare in questa sorta di fluido che è il tempo.La cosmologia la fa da padrone negli ultimi capitoli, in cui si descrive la possibilità che nuovi universi nascano per “gemmazione” da quelli già esistenti, ognuno di essi con nuove leggi fisiche e soggetti a una sorta di selezione naturale fino ad averne finalmente uno in cui sia possibile la vita cosciente. Per esempio, potrebbe essere possibile che vi siano stati esseri così tecnologicamente avanzati capaci di ricreare il nostro universo partendo dal loro. La parte finale del libro è invece dedicata alla ricerca di segnali (o meglio di veri e proprio manufatti) che ipotetici esseri alieni avrebbero potuto lanciare nello spazio e cadere sulla nostra Terra. “The Universe Next Door” è un libro interessante e avvincente che porta letteralmente il lettore a visitare i confini più estremi della ricerca fisica mediante una navicella i cui potenti motori propulsori sono costituiti dalle già citate meccanica quantistica e teoria della relatività. Il libro, che ha avuto un buon successo, nei Paesi anglosassoni è in attesa di un editore italiano…

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