Un Universo popolato da vecchie stelle, destinate a diventare sempre più vecchie. Secondo uno studio guidato da David Sobral della Leiden University (Paesi Bassi) infatti il processo di formazione delle stelle si sarebbe quasi esaurito, tanto che sarebbe nato già il 95% di quegli astri che, secondo le stime, popoleranno mai l’Universo. Questo almeno è quanto emerge analizzando l’attività del Cosmo attraverso le immagini catturate dall’Uk Infrared Telescope e il Subaru Telescope (entrambi nelle Hawaii) e dal Very Large Telescope in Cile.
L’analisi ha preso in considerazione un intervallo di tempo compreso tra 4 e 11 miliardi di anni fa, studiando immagini delle galassie rappresentative di diverse ere. Così da guardare l’Universo nel corso del tempo ed evidenziare eventuali cambiamenti nella sua attività. Partendo dai dati acquisiti dai telescopi, gli scienziati hanno estrapolato i segnali di caratteristiche frequenze (corrispondenti alleemissioni di atomi caldi di idrogeno), indicatori di zone interessate da fenomeni di formazione stellare, e calcolato quindi i tassi di creazione dei corpi celesti.
Dall’analisi – la più grande mai effettuata sul tema – è emerso un trend piuttosto marcato, caratterizzato da un continuo declino nella nascita di nuove stelle, con un’intensa attività nell’Universo distante (e più antico) e una notevolmente più debole in quello vicino (e più giovane).
In particolare, la metà di questi corpi celesti si sarebbe formata in un lasso di tempo compreso tra 11 e 9 milioni di anni fa, mentre l’altra metà si sarebbe originata, con tassi minori, nel restante periodo. Dai dati inoltre è possibile estrapolare anche delle osservazioni per quel che sta succedendo ora, e delle previsioni per quel che accadrà in futuro, come spiega Sobral a Wired.co.uk: “La produzione di stelle nell’Universo nel suo complesso è andata diminuendo nel corso degli ultimi 11 miliardi di anni; oggi è trenta volte più bassa di quella che fu al suo picco 11 miliardi di anni fa. Se il trend dovesse continuare, si formerà nell’Universo meno del 5% di stelle in più (rispetto a quelle che ci sono oggi, nda) ”.
Questo però non significa affatto che l’Universo diventerà improvvisamente buio. Come racconta Scientific American, infatti, gran parte degli astri nell’Universo sono assai più piccoli del nostro Sole, e sono queste che più vivono più a lungo. Le nane rosse, le piccole stelle più abbondanti della Via Lattea, per esempio, hanno aspettative di vita di migliaia di miliardi di anni.
Via: Wired.it
Credits immagine: Skiwalker79/Flickr
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