Mal di testa, colpa di un gene?

Il mal di testa è colpa di un gene mutato. Lo dimostra lo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Padova e dell’Istituto di Neuroscienze del Cnr in collaborazione con l’Università di Leiden, in Olanda. La ricerca, pubblicata sulla rivista Neuron, getta luce sui meccanismi dell’emicrania emiplegica familiare (Fhm), una rara malattia genetica i cui sintomi assomigliano a quelli dell’emicrania comune: forte mal di testa con nausea o vomito, e una serie di disturbi neurologici della visione, del linguaggio e della sensibilità, la cosiddetta “aura”. Sotto accusa uno dei geni associati alla malattia, il Cacna1a, che regola l’ingresso degli ioni calcio nelle cellule nervose. Nei modelli animali da laboratorio, in cui il gene è mutato, l’ingresso di ioni calcio nei neuroni è risultato aumentato, perché i canali del calcio mutati si aprono più facilmente. Inoltre, il cervello ha mostrato una maggiore suscettibilità alla cortical spreading depression (Csd), un’onda di eccitazione dei neuroni che precede la fase di aura in coloro che soffrono di emicrania. “Questi risultati ci fanno ritenere che una valida strategia a fini terapeutici possa essere la ricerca di farmaci che interagiscano con i canali, rendendone più difficile l’apertura”, ha spiegato Daniela Pietrobon, ricercatrice Telethon dell’Università di Padova e autrice della ricerca. Rendendo il cervello meno eccitabile e meno predisposto alla Csd e all’aura, quindi, si potrebbe curare o prevenire l’emicrania. (r.p.)

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