Cresce, anzi si raddoppia, il consumo di musica digitale in Italia. A confermare la crescente passione degli italiani per la musica in formato elettronico, è il Rapporto 2006 “Economia della musica in Italia” del Centro Ask (Art, science & knowledge) dell’Università Bocconi, realizzato in collaborazione con Dismamusica (Associazione distribuzione industria strumenti musicali e artigianato), Fem (Federazione editori musicali) e Scf (Società consortile fonografici). L’obiettivo dello studio è stato fornire un quadro completo del mercato musicale nel nostro paese, un mercato che comprende oltre alla discografia, anche la distribuzione digitale, gli strumenti musicali, il ballo, gli spettacoli dal vivo, l’istruzione e la formazione alla musica. I dati rilevano che lo scorso anno il sistema musicale italiano ha conosciuto una crescita complessiva del 3,6 per cento, per un fatturato di 3,1 miliardi di euro, rispetto ai 2,99 miliardi del 2004. Tuttavia, sono state riscontrate differenze significative nei vari segmenti di mercato: infatti, mentre il settore discografico ha subito un calo del 4,9 per cento tra il 2004 e il 2005, la distribuzione digitale ha visto una spaventosa crescita del 101 per cento.
Questi risultati mostrano che sono in corso importanti cambiamenti nelle forme di fruizione della musica. Come sostiene il coordinatore della ricerca, Andrea Ordanini, mentre in passato nel business musicale le regole del gioco erano dettate dal gigante dell’industria discografica, “negli ultimi anni quest’ultima è stata affiancata da altri soggetti che sperimentano nuove modalità di sfruttamento economico dei contenuti musicali, dalle suonerie telefoniche alle sincronizzazioni pubblicitarie”. Il fatturato di musica digitale, pari a 283,2 milioni di euro, è un indice forte della tendenza dei consumatori di rivolgersi alle nuove tecnologie, in particolare Internet che ha visto incrementare il valore dei brani venduti del 427 per cento.
Nonostante i risultati del rapporto siano significativi, da un confronto internazionale l’Italia appare ancora lontana dalle cifre del mercato di altri paesi, come Germania, Stati Uniti, Regno Unito (il primo in Europa) e Giappone. Il nostro paese, nella classifica dei valori generati dal settore discografico, si colloca solo all’ottavo posto, anche se guadagna la quarta posizione in Europa per il mercato dei prodotti digitali discografici, comunque avanti rispetto a Canada e Australia. (a.d.)
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