Manovre per “raddrizzare” l’Artemis

Dopo uno spettacolare lancio dalla base della Guinea francese, l’Artemis, il satellite per le telecomunicazioni dell’Agenzia Spaziale Europea é entrato in orbita lo scorso 12 luglio. Ma non tutto e’ andato come previsto. L’orbita assunta dal satellite è risultata “sballata” di circa 300 km al perigeo e di più di 17 mila km all’apogeo rispetto ai valori previsti. Per questo nei giorni scorsi i ricercatori dell’ESA hanno pianificato le manovre necessarie a riportare l’Artemis nella posizione geostazionaria stabilita. L’operazione si svilupperà in quattro manovre. La prima è stata effettuata con successo lo scorso 18 luglio, le altre, compresa l’attivazione ed il controllo di tutte le parti funzionanti del satellite, sono previste nei prossimi mesi. Il satellite Artemis è stato costruito dall’italiana Alenia Spazio per sperimentare nuove tecnologie di telecomunicazione nella navigazione satellitare e nei servizi di comunicazione mobile. Nel progetto iniziale il satellite doveva avere una durata di circa 10 anni, cosa che adesso è messa a rischio dalle operazioni di “raddrizzamento” dell’orbita. La delicatezza dell’operazione consiste proprio nel manovrare il satellite consumando al minimo i propellenti chimici. Così infatti i ricercatori sperano di lasciare quantità sufficienti a garantire alla navetta una durata di almeno qualche anno. (e.g.)

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