Marea nera in Galizia

E’ successo ancora. Da mercoledì la petroliera “Prestige”è in avaria davanti alle coste spagnole della Galizia. Si sono già riversate in mare circa quattro mila tonnellate di greggio, ma il cargo ne contiene ancora più di 70 mila. Un piano d’emergenza franco-spagnolo è scattato immediatamente e la nave viene ora trascinata a 120 miglia dalla costa spagnola da tre rimorchiatori. Due macchie, rispettivamente di cinque e sei miglia di lunghezza, galleggiano a poche miglia di distanza da Capo Turinan, in direzione della costa. Per arginare i danni ambientali di questo disastro, il governo spagnolo ha disposto 7.800 metri di barriere galleggianti. Per tentare il recupero del greggio già riversato in mare sono stati preparati inoltre 14 dispositivi per “schiumare” l’idrocarburo dalla superficie dell’acqua e 20 cisterne per il recupero. Le autorità spagnole hanno preso contatto con Olanda, Francia e Gran Bretagna per una collaborazione in caso di affondamento del “Prestige”, per evitare la totale fuoriuscita del carburante. La petroliera era già stata denunciata due volte per aver eluso i controlli di sicurezza, nel porto di Gibilterra avrebbe dovuto subire l’ultimo test. Il Direttore Generale della Marina Mercantile, José Luis López, ha dichiarato di ignorare le cause per cui non sono state fatte le dovute ispezioni e avanzato il sospetto che in quel porto “il Regno Unito non abbia esercitato le proprie competenze”. I tecnici del ministero, che si occupano dell’inchiesta, ritengono che la petroliera sia stata vittima di una “falla provocata da usura” della struttura provocata da gravi carenze nella manutenzione. La Galizia è una delle regioni del mondo più toccate dalle cosiddette “maree nere” e, secondo i dati forniti dall’associazione ambientalista Greenpeace, ben 77mila navi cariche di sostanze tossiche, esclusi gli idrocarburi, passano ogni anno al largo delle sue coste. (s.s.)

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