Marte al microscopio

E’ davvero un corposo rapporto, quello pubblicato in queste settimane sul Journal of Geophysical Research: ben 576 pagine divise in 35 capitoli tematici, dedicate ai dati raccolti dalla sonda Mars Pathfinder e analizzati da un gruppo di scienziati del Jet Propulsion Laboratory, i Mars Pathfinder Project Scientist, guidati da Matthew Colombek. I dati riguardano la superficie e l’atmosfera marziane, e si riferiscono ad un’area di circa 200 metri quadrati intorno alla zona di atterraggio del Pathfinder. Si tratta di informazioni locali, non definitive, che verranno completate e approfondite dalla sonda Mars Global Surveyor attualmente in orbita circolare intorno al pianeta rosso. Una sonda che ha già mandato importanti informazioni sul suo magnetismo e sull’antica attività tettonica e tellurica. La pubblicazione del rapporto non fa che confermare la tendenza delle agenzie spaziali: e cioè che Marte è al primo posto in tutti i piani di esplorazione per il Terzo millennio. L’obiettivo è cercare le prove dell’esistenza di vita nel passato e, se possibile, anche nel presente, e capire quale è stata la sua evoluzione attraverso analisi chimiche del terreno. Queste conoscenze, infatti, potrebbero rivelarsi utili per progettare i futuri viaggi interplanetari. Per ora si pensa a missioni robotizzate, ma la speranza è quella di mandare uomini che, facendo base su Phobos o Deimos, prima occasionalmente e poi in modo permanente con equipaggi rotanti, possano studiare la superficie di Marte, facendo la spola tra il pianeta e le sue lune con la navetta Moss (Mars Orbit to Surface Shuttle). Galileo propone un panorama delle novità principali emerse dal rapporto. Il quadro è stato tracciato con l’aiuto di Luigi Colangeli, astronomo del Laboratorio di Fisica Cosmica dell’Osservatorio di Capodimonte, a Napoli, e Francesca Esposito, dottoranda di ricerca in Ingegneria aerospaziale all’Università di Napoli “Federico II”. Il gruppo di Luigi Colangeli sta progettando un sistema per studiare il flusso di polveri e le loro proprietà dinamiche nell’atmosfera di Marte. L’obiettivo è analizzare le polveri disperse nell’atmosfera per comprendere meglio l’origine e l’evoluzione delle tempeste di sabbia ed altri fenomeni connessi alla presenza di materiale solido nell’atmosfera marziana, come i cosiddetti “dust devils”. Grazie a queste analisi sarà anche possibile approfondire i problemi relativi all’erosione del suolo e all’accoppiamento evolutivo tra gas e polveri nell’atmosfera.

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