Uomo, avanti con gli anni, single e con un livello di istruzione non universitario. Sono le caratteristiche di chi, con il passare del tempo, tende ad avere più problemi di apprendimento e memoria. Per la prima volta i ricercatori della Mayo Clinic di Rochester (Minnesota, Usa), in uno studio pubblicato su Neurology, indagano la relazione tra genere e perdita delle capacità cognitive, indicando che gli uomini sono più a rischio di demenza, non solo quella legata all’età.
Il team di ricerca, guidato da Ronald Peterson, ha preso in considerazione 2.050 persone di età compresa tra 70 e 89 anni residenti a Olmstead County, in Minnesota. Dopo un’iniziale intervista, effettuata per valutare la storia clinica e le condizioni generali di memoria, i partecipanti sono stati sottoposti a esercizi di apprendimento che potessero dare una stima della loro capacità intellettiva. Dai risultati è emerso che il cosiddetto “declino lieve delle capacità cognitive” (Mild Cognitive Impairment, MCI) – condizione che colpisce il linguaggio, la memoria e diverse funzioni mentali indipendentemente dal processo di invecchiamento, e che può condurre alla malattia di Alzheimer – è più frequente negli uomini, con una incidenza 1,5 volte maggiore
rispetto alla controparte femminile. In particolare, gli studiosi hanno rilevato che la perdita delle capacità intellettive colpisce il 19 per cento degli uomini e il 14 per cento delle donne. Inoltre il declino cognitivo sembra presentarsi con maggiore probabilità negli anziani con un basso livello di istruzione, o che non erano mai stati sposati.
“Se questi risultati saranno confermati in altri studi”, ha commentato Peterson, “potremmo ipotizzare che i fattori correlati al sesso possano giocare un ruolo importante nell’insorgenza della malattia; è possibile che negli uomini il declino cominci precocemente ma evolva gradualmente, e che nelle donne si manifesti in età avanzata, ma progredisca più rapidamente”.
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