Come la cocaina altera il comportamento

    I ricercatori lo sanno da tempo: la cocaina agisce sul cervello modificando la forza e l’attivazione delle connessioni tra i neuroni. E tuttavia, fino ad oggi non era chiaro come questi cambiamenti neuronali, o “plasticità sinaptica”, si traducesse nelle alterazioni comportamentali tipiche della tossicodipendenza. In un articolo pubblicato sulla rivista Nature viene finalmente chiarita la relazione tra i cambiamenti neurologici e quelli comportamentali conseguenti all’abuso di cocaina.  

    Gli autori dello studio, condotto presso l’Università di Ginevra, hanno usato topolini geneticamente modificati in cui specifiche aree del cervello erano state “colorate” con dei marcatori fluorescenti. Dopo aver somministrato cocaina agli animali per via endovenosa, gli studiosi hanno monitorato l’attivazione sinaptica, ossia le correnti trasmesse tra i neuroni “colorati”, usando dei micro-elettrodi, e le alterazioni comportamentali, manifestate come iperattività locomotoria (a causa della cocaina, infatti, i topolini si muovevano ininterrottamente avanti e indietro).

    In tal modo i ricercatori hanno individuato un gruppo di neuroni (neuroni mediani spinali D1R) situati in una zona del cervello, chiamata nucleo accumbens, la cui funzione eccitatoria è potenziata dalla cocaina e la cui attivazione è associata all’effetto di stimolazione locomotoria. Inoltre depotenziando le sinapsi in modo da renderle non responsive agli stimoli, i topolini “drogati” si calmavano e l’iperattività locomotoria ritornava ai livelli di attività dello stato non eccitato. In pratica bloccando i cambiamenti neuronali indotti dalla cocaina, si normalizzava il comportamento degli animali.

    Questi risultati, spiegano i ricercatori, rappresentano una pietra miliare nella comprensione di come si instaura la dipendenza da cocaina. L’aspetto più interessante dal punto di vista terapeutico, continua l’autore, è che normalizzando l’attivazione sinaptica indotta da questa sostanza nei topi si normalizza anche l’iperattività locomotoria. È pertanto possibile immaginare un nuovo approccio per il trattamento dei soggetti tossicodipendenti, in cui si mira a riequilibrare l’attività neuronale, per esempio tramite stimolazione magnetica profonda del cervello, per riuscire a modificarne di conseguenza il comportamento anomalo.

    Credit immagine: Andronicusmax / Flickr

    1 commento

    1. topi cocainomani?? mi chiedo se sia stata bandita un ramo della medicina che si chiama epidemiologia e che ha tonnellate di dati inerenti tutto ciò che ci si può chiedere e si può scoprire sui tossicodipendenti umani?!!?
      ma quando ci sarà una legge per dare finanziamenti solo a ricerche scientificamente decenti (in humana)?

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