Matematica e legge elettorale

Anche la comunità scientifica internazionale interviene per dire la sua sulla riforma elettorale. Lo fa a Erice, dove un nutrito gruppo di scienziati europei, russi e statunitensi, si è riunito presso la Fondazione Ettore Majorana per partecipare ad un workshop su ‘Matematica e Democrazia’. “Un sistema elettorale che prevede, in maniera combinata, il proporzionale con lo sbarramento ed il premio di maggioranza ribalta la volontà degli elettori”, ha affermato il professor Bruno Simeone, ordinario di Ottimizzazione nel dipartimento di Statistica dell’Università di Roma ‘La Sapienza’ e direttore del workshop di Erice.

Secondo lo studioso la legge elettorale proposta dalla Cdl “è quanto di più ingegnoso si possa architettare per far vincere chi ottiene meno voti: i piccoli partiti dell’Unione di centrosinistra si attestano oggi attorno al 9 per cento dei consensi. Bene, con questo sistema ipotizzando che mantengano gli stessi voti, anche se il Polo ottenesse l’8 per cento in meno di tutta l’Unione, si assicurerebbe ugualmente, in maniera davvero paradossale, la guida del governo, con un vantaggio dell’1 per cento ed avrebbe, addirittura, pure il premio di maggioranza”. Simeone puntualizza: “Noi matematici abbiamo dimostrato con un teorema che non esiste un sistema elettorale perfetto; tuttavia, un sistema semplice, maggioritario puro o proporzionale puro, rispecchia meglio la volontà popolare”. Gli esperti, provenienti da differenti discipline (matematica, informatica, statistica, economia, scienze politiche, giurisprudenza) hanno stilato un piccolo decalogo di quello che un corretto sistema per eleggere un Parlamento dovrebbe fare:

Assicurare trasparenza e semplicità. Sistemi elettorali le cui proprietà siano semplici da comprendere da parte dell’elettorato vanno preferiti ad altri più complessi, nel rispetto del contesto storico e giuridico di una nazione.

Garantire l’accuratezza. L’atto della votazione (con schede cartacee, scanner ottici, attrezzature elettroniche o altri dispositivi) deve avvenire nella massima sicurezza: i singoli votanti debbono essere messi nelle condizioni di poter verificare personalmente che i loro voti siano stati correttamente contati, cosa possibile oggi giorno con l’ausilio di metodi crittografici nel Web.

Promuovere la competizione elettorale ed evitare distorsioni di parte. Il sistema non deve favorire nessun gruppo politico rispetto a un altro. In particolare, dovrebbe rendere praticamente impossibile l’elezione di una maggioranza parlamentare che disponga solo di una minoranza di voti.

Far sì che ogni voto conti. Un sistema non dovrebbe mai incentivare l’assenteismo; al contrario, dovrebbe promuovere la partecipazione.- Rendere il Parlamento uno “specchio” fedele dell’elettorato con le sue variegate esigenze, e allo stesso tempo in grado di governare (ad esempio, tramite l’emergenza di una maggioranza).

Minimizzare gli incentivi a votare “strategicamente”. Il sistema deve incoraggiare gli elettori a esprimere sinceramente le loro vere preferenze.

Eliminare il controllo politico di parte affidando la responsabilità legale e gestionale delle elezioni a una commissione indipendente.Un sistema che usi distretti elettorali dovrebbe inoltre.

Incoraggiare la compattezza geografica dei distretti, evitando forme troppo irregolari pur nel rispetto di particolarità geografiche e di barriere.

Rispettare le suddivisioni politiche e amministrative esistenti, nonché le comunità interessate, e sforzarsi il più possibile di non generare confusione tra i distretti definiti in ambiti diversi (locale, regionale, e nazionale).

Garantire l’aggiornamento dei distretti su base regolare, così da tener conto di variazioni demografiche (mai però rispondendo ad appetiti di parte).”L’approfondimento teorico è indispensabile per capire le proprietà e le conseguenze del sistema elettorale da scegliere” sostiene Simeone. “Esiste una scienza dei sistemi elettorali, e se ne dovrebbe fare uso nel progetto di sistemi nuovi e nella riforma di sistemi già in atto. Sarebbe opportuno ricorrere a commissioni indipendenti, congiuntamente a specialisti con una solida preparazione che abbiano la responsabilità dell’innovazione teorica e tecnologica nell’area dei sistemi di voto”.

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