Medici senza portafoglio

In occasione dell’apertura della XVII Conferenza Mondiale sull’Aids, Medici Senza Frontiere (Msf) ha lanciato l’allarme sull’impatto mortale che la mancanza di operatori sanitari ha sulla cura dell’Aids nell’Africa sub-sahariana. Nel corso dell’incontro “Mind the Gap” promosso dall’organizzazione, gli esperti hanno descritto la dimensione e le conseguenze di questa mancanza e l’assoluta necessità di incrementare l’impegno di governi e paesi donatori per intraprendere azioni immediate e concrete al fine di trattenere e sostenere gli operatori sanitari. “Nel distretto di Thyolo, in Malawi, un infermiere mantiene 400 pazienti in vita supervisionando cure essenziali, ma il suo salario di base è di tre dollari al giorno”, racconta Moses Massaquoi, coordinatore medico di Msf in Malawi. “È intollerabile sentirsi poi dire dai governi e dai paesi donatori che aumentare il suo salario è insostenibile, nonostante sia responsabile per 7.500 dollari di farmaci per i suoi pazienti ogni mese. Coloro che vogliono sostenere i finanziamenti per i farmaci devono trovare il modo di coprire i costi ricorrenti, come i salari per gli operatori sanitari”.

L’associazione stima che il 70 per cento delle persone colpite dall’Hiv che necessitano della terapia antiretrovirale ancora non la riceva, e che il crescente numero di quanti hanno cominciato la terapia non ha fatto che aumentare il carico di lavoro degli operatori sanitari. “Hanno poco tempo da dedicare a cure appropriate e al follow-up dei loro tanti pazienti”, spiega l’organizzazione, “il che può risultare in un’assistenza di bassa qualità e in un’interruzione del trattamento, poiché i pazienti sono scoraggiati dai lunghi tempi di attesa per le visite”.  Medici senza frontiere e altre organizzazioni hanno avviato dei progetti pilota per meglio utilizzare le risorse umane esistenti, in particolare nelle zone rurali. Grazie alla formazione e a un sostegno adeguato, alcuni infermieri e parte del personale non-medico possono seguire un numero maggiore di pazienti senza compromettere la qualità e la continuità delle cure per i malati di Aids. L’organizzazione presenterà, nel corso della XVII Conferenza Mondiale, i dati di questo ‘trasferimento di competenze’ in paesi come il Malawi, il Lesotho, il Sud Africa e il Ruanda senza rinunciare alla qualità delle cure. Questo trasferimento delle competenze non rappresenta tuttavia una panacea per colmare l’assenza di personale sanitario. Non rimpiazzerà le azioni concrete necessarie per affrontare i problemi fondamentali del personale sanitario. I bassi salari, le precarie condizioni di lavoro e l’assenza di sostegno e di supervisione sono alcune delle ragioni per cui è diventato insostenibile per molti operatori sanitari restare e fornire cure di qualità. Le iniziative degli stati donatori e dei governi per rallentare la ‘fuga dei cervelli’ dello staff medico verso i paesi ricchi non risolvono la crisi attuale. La priorità in questo momento è quella di riuscire a mantenere il personale sanitario nelle cliniche e negli ospedali. “È davvero deprimente vedere le persone peggiorare e morire, perché devono attendere settimane o mesi per essere curate”, spiega Mit Philips di Msf.

“Il personale sovraccaricato, sotto pagato e sottovalutato è sempre più raro nell’Africa sub-sahariana, mentre il numero dei pazienti non fa che aumentare. I farmaci antiretrovirali sono forse più disponibili nelle farmacie degli ospedali e delle cliniche, ma senza il personale per somministrarli, il problema dell’accesso alle cure per i malati non verrà risolto”. La recente decisione del Fondo Mondiale per la lotta contro l’Aids, la tubercolosi e la malaria di autorizzare i finanziamenti per il rafforzamento dei sistemi di salute è un passo nella giusta direzione, secondo Msf: “I paesi dovrebbero utilizzare questi fondi supplementari per trattenere e aumentare il personale medico. Le restrizioni imposte dalle istituzioni finanziarie nazionali e internazionali sulle spese legate alle risorse umane e ai salari devono altresì essere eliminate, o il reclutamento di nuovo personale sanitario e l’aumento dei salari continueranno a essere limitati nonostante i nuovi fondi internazionali”. (Redattore Sociale – DIRE)

 

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