Meno vittime nelle “Zone 30”

Dimezzare le vittime degli incidenti stradali nelle grandi città potrebbe essere possibile creando zone con un limite di velocità a 30 chilometri orari. È quanto suggerisce uno studio della Scuola di Igiene e Medicina Tropicale di Londra, secondo il quale negli ultimi vent’anni queste cosiddette “Zone 30” hanno evitato almeno 203 morti ogni anno soltanto a Londra: in queste aree a bassa velocità muore solo una persona su 40 di quante coinvolte in collisioni, mentre nelle altre aree ne muore una ogni cinque. “Aumentando il numero di queste zone nella capitale britannica, il numero di vittime risparmiate potrebbe arrivare circa a 700 l’anno”, hanno dichiarato i ricercatori sul British Medical Journal.

I ricercatori londinesi hanno confrontato dati di incidenti automobilistici, lesioni e decessi registrati a Londra tra il 1986 e il 2006 con quelli delle zone con un limite di velocità di 30 km/h, scoprendo che negli ultimi 15 anni, grazie all’introduzione di tali zone a bassa velocità, c’è stata una riduzione del 41,9 per cento nel numero di vittime, soprattutto per quanto riguarda la mortalità di minori di undici anni. Ma ci sono state forti diminuzioni anche nelle lesioni a pedoni, in particolare bambini tra 0 e 15 anni (il 30 per cento in meno), e a ciclisti (17 per cento in meno). Inoltre, anche nelle zone adiacenti alle aree con limite di 30 km/h, c’è stato un calo nel numero di vittime pari all’8 per cento.

“Questi risultati danno ragione a quanti sono favorevoli all’introduzione delle Zone 30 non solo nelle grandi città del Regno Unito, ma anche in aree metropolitane di altre parti del mondo”, ha dichiarato Chris Grundy, coordinatore dello studio. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità infatti, gli incidenti stradali uccidono 1,2 milioni di persone all’anno – di cui 400 mila sono giovani tra i 15 e 19 anni – e ne lasciano ferite 50 milioni. Il 90 per cento di questi incidenti avviene nei paesi più poveri e le vittime principali sono pedoni e passeggeri dei trasporti pubblici. “Anche in queste regioni, l’introduzione di Zone 30 risulterebbe uno dei provvedimenti più efficaci per la protezione degli utenti stradali più vulnerabili”, ha spiegato Kevin Clinton della Royal Society for the Prevention of Accident (Rospa).

In Italia, la Regione Piemonte è stata la prima a promuovere la realizzazione delle Zone 30, presenti anche in centri come Piacenza, Cattolica e Tortona. (a.o.)

Riferimenti: Bmj doi:10.1136/bmj.b4469

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