Mercato di morte

In un editoriale pubblicato questa settimana sul British Medical Journal, Paul N. Newton, ricercatore del Centro di medicina tropicale e malattie infettive dell’Università di Oxford (GB), e colleghi chiedono una urgente azione internazionale per arginare il traffico dei farmaci contraffatti. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), infatti, il 10 per cento del commercio farmaceutico mondiale è rappresentato da falsi. Sotto accusa in particolare alcuni farmaci come le gocce oftalmiche di neomicina (antibiotico), i vaccini contro la meningite fabbricati con acqua di rubinetto, lo sciroppo di paracetamolo (un comune antipiretico) a base di solventi industriali, le pillole anticoncezionali fatte con farina di grano. Un traffico illecito che, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, è causa di morte e malattia. La maggior parte dei paesi poveri non possiede né le infrastrutture né le risorse finanziarie per rispettare le linee guida dell’Oms. Inoltre, denunciano gli autori, in passato l’industria farmaceutica ha evitato di pubblicizzare il problema, per paura di “danneggiare la fiducia del pubblico nei farmaci”. E alcuni Stati, consapevoli dell’entità delle contraffazioni, hanno preferito ignorarle. “La maggior parte del commercio di farmaci contraffatti”, concludono gli autori “è probabilmente legato al crimine organizzato, alla corruzione, al traffico di stupefacenti, alla mancanza di regolamentazione delle compagnie farmaceutiche e agli interessi di politici senza scrupoli. Per eliminare il problema è necessaria una volontà politica internazionale molto più forte.” (f.n.)

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