Dopo l’attentato alle Torri Gemelle, per tutto il mese seguente, il tasso di aritmie cardiache pericolose è più che raddoppiato tra i cardiopatici di New York. Lo rivela uno studio di Marcin Kowalski al Centro ospedaliero St Luke’s-Roosevelt, presentato al convegno dell’Associazione Americana per il Cuore. L’indagine si basa sui dati desunti da stimolatori cardiaci, inseriti in pazienti per contrastare la tendenza ad aritmie dannose e registrarne la frequenza. Gli strumenti danno scariche elettriche per ristabilire il ritmo corretto del battito, quindi ogni scarica segue un evento di aritmia. Subito dopo l’attentato i pace-maker di 200 pazienti, sotto osservazione in sei cliniche vicine a Ground Zero, cominciarono a registrare molte aritmie mantenutesi frequenti nel mese successivo. Gli studiosi hanno confrontato l’assiduità di aritmie 30 giorni prima e 30 dopo l’evento, trovando rispettivamente che il 3,5 per cento e l’8 per cento dei pazienti sono andati incontro ad aritmie. Lo studio ha quindi svelato quanto lo stress influisce sulla salute del cuore, in accordo con studi precedenti per valutare l’influenza sul cuore di eventi stressanti come i terremoti. La percentuale di pazienti con aritmie è ritornata nella norma, 2,5 – 3 per cento, solo diversi mesi dopo l’attentato. Lo studio ha quindi confermato, in accordo con ricerche precedenti, che lo stress influisce sulla salute del cuore, inducendo cambiamenti fisiologici, come la formazione di coaguli o l’eccessiva stimolazione nervosa, che possono predisporre a disturbi cardiaci. (p.m.)
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